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Comune di San Miniato condannato a pagare oltre 130mila euro

L'Hotel Miravalle

Sentenza legata al fallimento dell'Hotel Miravalle: l'amministrazione Gabbanini avrebbe recuperato irregolarmente il credito da una società insolvente

Il comune di San Miniato è stato condannato dalla Corte d’Appello di Firenze a pagare oltre 130mila euro per il fallimento dell’Hotel Miravalle.

La sentenza, riporta Il Tirreno, è arrivata alcune settimane fa ed è legata appunto al crack dell’albergo di proprietà comunale.

Nel 2016 l’amministrazione del sindaco Vittorio Gabbanini, per recuperare un credito verso la Framar Srl, società titolare della gestione del ristorante, cercò di rivalersi per circa 93mila euro prima su di questa e poi su uno dei soggetti indebitati con essa.

Il Comune di San Miniato riuscì effettivamente a recuperare circa 93mila euro da un debitore della Framar, la Scuola Normale Superiore. Tuttavia, sempre nel 2016, la curatela fallimentare della società fece causa all’amministrazione sanminiatese per recuperare i soldi.

I giudici in primo grado di giudizio si espressero a favore di San Miniato, ma lo scorso ottobre, con il ricorso in appello avviene il colpo di scena. Secondo i giudici della Corte d’Appello, il Comune per risolvere il proprio credito avrebbe violato la “par condicio” dei vari altri creditori della Framar, che nel frattempo stava fallendo.

La sentenza in appello, quindi, condanna il Comune a rimborsare i 93mila euro ricevuti dalla Scuola Normale alla curatela fallimentare della Framar e pagare anche le spese legali dell’intero procedimento, durato otto anni.

In totale, l’amministrazione di San Miniato dovrà corrispondere 133mila euro.

"Il dover affrontare probabili ingenti perdite per non avere rispettato disposizioni di legge non è un caso isolato attacca la Lega San Miniato -. Ricordiamo che pochi mesi fa il giudice di Appello di Roma ha annullato la procedura transattiva fra Comune di San Miniato e la società erede del Consorzio Etruria e c. per la vicenda del famigerato project financing, perché il Comune non aveva titolo per far ricorso ad un arbitrato. Con la conseguenza pratica che il Comune ha un credito con la società erede del Consorzio Etruria e c. di 7.7 milioni di euro. Importo che ben difficilmente potrà essere interamente incassato".

"Una non adeguata conoscenza delle norme di legge - conclude la nota - comporterà nei due casi in questione probabili ingenti perdite che graveranno sul bilancio comunale, e conseguentemente questo si ripercuoterà in minori risorse da stanziare per i servizi ai cittadini".

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