Cinquant'anni di Teatro Shalom: "Un luogo dove sentirsi accolti"
Mezzo secolo di spettacoli, applausi in platea e storie dal palcoscenico, dove "viene rappresentata la vita". Compie cinquant’anni in questo 2024 il Teatro Shalom di Empoli: l'importante anniversario dalla fondazione sarà celebrato anche con il Sant’Andrea d’Oro, massima onorificenza della città assegnata al teatro, oltre che ad altre quattro realtà.
Un traguardo che, con sé, porta anche il ricordo di Gastone Bonucci, per quasi trent'anni vicepresidente del teatro, e della moglie Emanuela Peruzzi, entrambi recentemente scomparsi nei mesi di settembre e novembre. Insieme hanno rappresentato l’anima dello Shalom: "Sono stati veramente dei capisaldi" dice il direttore artistico Paolo Zondadelli. "Per anni sono stata a fianco di Gastone, da lui ho imparato tante cose - continua la vicepresidente Mara Arrighi - ho raccolto un’eredità anche un po’ difficile, perché era presente nel teatro in tutti i suoi aspetti".
Tutto comincia nel 1974 con Don Nello Pecchioli e i primi collaboratori. "All’inizio erano stagioni di teatro principalmente vernacolare. Poi con l’aiuto di Giampiero Becherelli, attore affermato, vengono chiamate compagnie professionistiche" racconta riavvolgendo il nastro Zondadelli. Tanti gli attori e le attrici che negli anni si sono esibiti nel teatro in via Ferruccio Busoni, come testimoniano le foto dell'epoca e le locandine incorniciate e appese nel salone d’ingresso. "L’unica cosa che non è cambiata è che facciamo principalmente gli spettacoli in pomeridiana di domenica, anche perché siamo un gruppo di volontari".
E sono tanti quelli passati nel tempo e quelli presenti oggi, compresi i giovani della parrocchia, che si ritrovano proprio in teatro. "Qui tutto si evolve intorno al volontariato - afferma la vicepresidente Arrighi - sull'importanza di non promuovere mai sé stessi ma la persona che ti è accanto. Questo l’ho imparato soprattutto da Gastone e Emanuela, che hanno fatto la storia di questo teatro. Intorno a loro sono passate tante persone che hanno sentito l’aria di famiglia". Perché, "la cosa più importante che si fa di solito in questo teatro, è sentirsi accolti".
Intanto prosegue l’annata dello Shalom (Qui il cartellone 2024-25) che si divide tra il cartellone di prosa nel periodo invernale, seguito dal cartellone in vernacolo. Una tradizione per il teatro Shalom fin dalla fondazione, tornata in primo piano dopo la pandemia: "Il pensiero è stato quello di tornare alle origini, riportare a teatro il vernacolo e le compagnie amatoriali del territorio" spiega la segretaria Alessia Giraldi. "È stata una scommessa, questa è la quarta rassegna e fin dall’inizio è stato subito un successo. È stata per noi una rinascita, riprendere per mano il pubblico e riportarlo a teatro".
Teatro parrocchiale, riconosciuto a livello nazionale, "è al servizio della città di Empoli - aggiunge Zondadelli - attualmente è l’unico teatro che opera a 360 gradi, tanto è vero che la scorsa stagione abbiamo fatto ben 53 giorni di rappresentazione". Un sipario alzato da mezzo secolo: "Invitiamo a partecipare agli spettacoli - dice infine Arrighi - si possono trovare tanti aspetti di noi stessi. Uno spettacolo può far ridere, può far piangere, ma l’importante è che quando esci dal teatro ti porti a casa un’emozione particolare. Ti spinge a guardarti dentro, a indagare le tue emozioni". "Passare due ore a teatro, in compagnia, fa bene. Su quel palco - conclude Giraldi - viene rappresentata la vita, quello che può succedere, quello che è successo, racconti che ognuno può ritrovare nella propria quotidianità".
Margherita Cecchin