Al Goldoni Monica Guerritore porta in scena gli ultimi attimi di Giulia Trigona, vittima di femminicidio
La storia di Giulia Trigona come, purtroppo, quella di tante altre donne: uccisa con 27 coltellate dall’uomo che aveva lasciato e che diceva di amarla. A portarla sul palco di un teatro Goldoni di Firenze da tutto esaurito per La Toscana delle Donne è stata, nella serata di domenica 24 novembre, Monica Guerritore. “Quel che so di lei - Donne prigioniere di amori straordinari”, scritto e interpretato dall’attrice e drammaturga, si è inserito nell’ambito del festival per la parità di genere ideato da Cristina Manetti, capo di gabinetto della presidenza della Regione Toscana, proprio alla vigilia della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
«Il linguaggio del teatro è un grande veicolo di messaggi, perchè riesce a trasmettere le emozioni e i sentimenti legati a storie anche difficili e, consentendoci di metterci nei panni di qualcun altro, ci permette di fare una riflessione profonda - ha spiegato Cristina Manetti -. È per questo che abbiamo scelto di parlare anche attraverso questo mezzo con la Toscana delle Donne, che ha l’obiettivo di incoraggiare quel cambiamento culturale che è alla base della lotta alla violenza sulle donne. I grandi testi, come quello di Monica Guerritore, ci possono aiutare in questo ed è necessario coinvolgere più persone possibile in questa riflessione, donne ma anche uomini, giovani e adulti, altrimenti il 25 novembre resterà solo un giorno in cui continueremo a leggere un lungo elenco di vittime, e questo non è più sopportabile».
«La Toscana delle Donne porta avanti un impegno forte per promuovere la parità di genere e sostenere una cultura che riconosca un rapporto tra uomini e donne basato sul rispetto - ha detto il presidente Eugenio Giani -. Un impegno che nel giorno del contrasto alla violenza di genere rivela ancora di più la sua urgenza, perché è necessario dire basta ai femminicidi, che purtroppo ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e che accadono anche nella nostra Toscana. Grazie quindi a Monica Guerritore, una grande attrice, da sempre impegnata sul tema dei diritti delle donne, che ha voluto essere presente alla nostra rassegna e unire la sua voce alla nostra per dare un messaggio importante». Per questa motivazione il presidente Giani, al termine dello spettacolo, ha conferito il Pegaso della Toscana delle Donne a Monica Guerritore.
La storia di Giulia Trigona, realmente accaduta, si svolge nel 1911, ma potrebbe riempire le cronache dei giornali di oggi. Sorella di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, contessa e moglie del sindaco di Palermo, fu tradita e abbandonata e si invaghì del tenente di cavalleria Vincenzo Paternò, che divenne poi il suo assassino nel chiuso di una stanza in un “albergaccio” vicino alla stazione Termini di Roma. Doveva essere il loro ultimo incontro. «“Mi ha amata non mi farà del male” disse Giulia al suo avvocato poco prima di quell’incontro - ha raccontato Monica Guerritore -. Una frase che rispecchia quell’idea dell’amore straordinario che spesso ancora abita nel cuore delle donne: nel nostro immaginario molte volte l’amore è qualcosa di sempre positivo e meraviglioso, e invece ha a che fare con la natura umana, la quale ha delle pulsioni e delle corde che se toccate possono diventare violente. Nel caso degli uomini più adulti il problema è un atteggiamento “padronale” sulle donne, per i giovani è l’incapacità di gestire il “no”».
A descrivere gli attimi “fatali” della storia di Giulia Trigona nello spettacolo sono gli atti del processo, ma anche scene, ricordi e monologhi di grandi personaggi femminili che la Guerritore ha interpretato nella sua carriera: Emma Bovary, Marianne, Liubov Andreevna, la Lupa, la signorina Giulia, ma anche Carmen e Oriana Fallaci. Queste ultime donne “sgarbate” che, finalmente, hanno trovato il coraggio di dire “no”.
Lo spettacolo è prodotto da LuminaMgr, distribuito da AidaStudioProduzioni, con il coordinamento artistico e la distribuzione di Elena Marazzita.
Fonte: Regione Toscana