CEAM Empoli: Simone Campinoti in pensione, ma resta e guarda al futuro. Nasce premio per formazione giovani: va alle Scuole Don Facibeni

"Si chiude un film" per la CEAM di Empoli, ma  sembra solo il finale di stagione di una serie che ha davanti ancora traguardi e nuove sfide. Il presidente della CEAM Control Equipment Simone Campinoti ha annunciato, nel corso della cena aziendale che si è tenuta ieri nel castello di Coiano a Castelfiorentino, che andrà in pensione, ma "di fatto non cambia niente, continuerò a lavorare", come lui stesso ha dichiarato. Non un passaggio di consegne, quindi, ma un momento conviviale che è servito per guardare indietro e fare un bilancio della storia di questa importante realtà imprenditoriale locale.

"Non ci avevo nemmeno pensato, - ha detto Campinoti - mi dicono che vado in pensione, mi sembra iniziata ieri questa storia, invece sono passati 45 anni. Mi ricordo ancora quando tutto è cominciato, dopo la morte del mio babbo nel dicembre del 1980. Io andavo a scuola e pensavo a tutt'altro, mio padre era uno di quegli imprenditori ortodossi secondo cui i figli non possono lavorare nelle aziende del padre. Mi ritrovai invece a lavorare proprio in quell'aziendina di strumenti tecnologici strani, in un contesto imprenditoriale che mi era ignoto. Pensare che la CEAM di Empoli nata in un garage oggi offre tecnologie a grandi colossi internazionali fa specie, secondo me mio padre mi sta guardando e sta dicendo "che succede?". Dieci anni fa ci sentivamo dire "belle idee ma a che ci servono?, oggi offriamo tecnologie agli elicotteri del 118, facciamo brevetti, lavoriamo con tutto il mondo. Ho paura di svegliarmi e scoprire sia un film".

L'azienda continua a far bene: "siamo un'azienda solida, sana, fortemente capitalizzata, che si sta strutturando con holding e che ha sempre nuovi clienti. Investiamo soldi e tempo in tecnologie, costruiamo prodotti che mettiamo sul mercato con grandi successi", spiega Campinoti che anche se non lascia il timone sa di essere "in buone mani per il futuro": "Mio figlio Pierfrancesco Campinoti e mio nipote Matteo Parisi sono il futuro dell'azienda, stanno imparando, ma ci mettono tanto impegno, a volte è difficile farli andare a casa invece che restare in ufficio".

La CEAM, 50 dipendenti all'attivo, guarda quindi al futuro: nel cassetto tra le altre ci sono investimenti per oltre 500.000 euro per un ampliamento importante nella sede di Empoli per fare spazio ad una nuova produzione di misuratori di portata per acqua in joint vetture con un partner cinese che ci porterà ad essere ai vertici nazionali già dalla partenza, e una nuova linea di pirometri a fibra ottica.

"La CEAM - ha detto il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi presente alla serata - è una realtà  imprenditoriale del territorio molto importante. Empoli ha una vocazione produttiva e industriale, qui hanno sede più di 6.000 aziende che danno lavoro a oltre 20.000 persone. Un territorio di produzione e di vivacità che ha bisogno di essere tutelato. Dobbiamo dire a chi ha voglia di investire nella nostra città  che è il benvenuto perché così si mantiene questa vocazione produttiva,  dove si può venire e vivere bene. Questo è possibile anche perché c'è stata nel tempo una imprenditoria che ha saputo costruire grandi realtà, famiglie empolesi che partendo da intuizioni, con pochi dipendenti e tanti sacrifici, riuscendo anche a compiere il salto generazionale e formare i figli facendoli diventare gruppo dirigente di quelle aziende, sono diventate realtà importanti. C'è tanto di empolese in questo. La CEAM è un pezzo di questa storia e di questo territorio".

Per l'occasione Campinoti ha anche consegnato quattro targhe a quei dipendenti che hanno costruito insieme a lui l'azienda, "perché i successi sono sempre di squadra", ossia a quei dipendenti che da oltre 20 anni sono al suo fianco: Stefano Bellandi, Fabrizio Pezzotti, Francesco Calugi e Lorenzo Occhiuzzi

 

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Il premio 'Francesco Campinoti'

Di padre in figlio, da Francesco all'allora giovane Simone, fino ai due giovanissimi Pierfrancesco e Matteo pronti prendere le redini dell'azienda, la CEAM è storia di giovani che imparano a diventare grandi nel lavoro. Proprio per questo è stato istituito quest'anno, proprio in nome del creatore 'Francesco Campinoti', un premio "alla persona o istituzione che facilita l'accesso dei giovani al mondo del lavoro".

Il premio è andato alla Scuola e Formazione-Lavoro Don Giulio Facibeni di Firenze, istituto che si rivolge a ragazzi a rischio abbandono scolastico o che hanno già abbandonato la scuola a cui attraverso un percorso di tre anni insegna un mestiere. La scuola, nata nel 1949 da un'idea di Don Giulio Facibeni per volontà dall’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, e poi diventata ente autonomo nel 1999, ha attualmente più di 200 ragazzi, e si finanzia con fondi pubblici rivolti proprio ad aiutare i ragazzi.

"Le scuole sono state un'invenzione splendida di Don Giulio Facibeni - spiega la direttrice Antonella Randazzo - che quando operava a Firenze dopo la guerra, ha pensato di far imparare ai ragazzi un mestiere,  soprattutto quei ragazzi che non avevano voglia di studiare. Dalla Madonnina del Grappa sono passati tanti personaggi che sono diventati medici o avvocati. Ma non tutti volevano studiare o seguire un percorso universitario, chi non aveva voglia di studiare doveva avere comunque una prospettiva di vita. Da qui l'intuizione geniale di creare le scuole professionali. Abbiamo ereditato da Don Giulio l'intuizione e portiamo avanti quel lavoro nello stesso spirito. Prima di creare lavoratori noi creiamo uomini, l'aspetto educativo è alla base. La formazione passa dall'aiutare i ragazzi a formarsi come persone e poi diventare buoni lavoratori"

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