La 'Grande Finale' del Torneo dell'Amicizia, un'evento organizzato dall'A.G.A.E.V di Empoli
Un torneo di calcio tra ragazzi africani nel cuore di Empoli, un evento sportivo all'insegna dell'amicizia, dell'integrazione e del benessere condiviso.
Si è svolta così, sabato 16 novembre, presso l'Oratorio di Sant'Andrea, la partita conclusiva del Torneo dell'Amicizia, la 'Grande Finale', che ha visto sfidarsi A.G.A.E.V contro AF EMPOLI.
L'evento è stato organizzato dall'Associazione Giovani Africani dell'Empolese Valdelsa di Empoli (A.G.A.E.V.), con la partecipazione delle sezioni di squadre provenienti da tutta la regione.
Il torneo si è svolto per la prima volta a Empoli e ha visto la partecipazione di ben otto squadre, tutte interamente formate da ragazzi africani.
La 'Grande Finale' ha visto trionfare la AF Empoli, che ha battuto per 4 a 2 i rivali del A.G.A.E.V., in una partita ricca di emozioni e di gol.
"Dal 2019 alleno l' 'African Football Empoli '- racconta Vieni Cisse l'allenatore del AF Empoli - è la nostra prima vittoria siamo davvero contenti. L'anno scorso abbiamo giocato a Firenze un torneo di calcio a 11 ma siamo usciti in finale. Ci stiamo preparando per un nuovo torneo a Dicembre, vincere oggi era molto importante per arrivare con la giusta preparazione al prossimo evento."
Il Torneo dell'Amicizia non è solo una manifestazione sportiva, ma è anche un'opportunità per i ragazzi di origine africana, che vivono e lavorano nel territorio del Valdarno e non solo, di incontrarsi e divertirsi, trascorrendo insieme un piacevole pomeriggio.
Ancora una volta, il vero spirito del calcio si manifesta: un pallone che gira su un campetto di terra riesce a unire i cuori e le menti dei giovani. In un palcoscenico come quello dell'Oratorio di Sant'Andrea, il vero premio non si riceve su un podio, ma si diffonde e rimane in ogni angolo del campo sportivo. Il premio è un sentimento, e questo sentimento si chiama Amicizia.
Per comprendere appieno l'atmosfera che si respira all'interno del torneo, è necessario conoscere meglio e più nel dettaglio chi sono i ragazzi di A.G.A.E.V., quali siano i loro obiettivi e perché una partita di calcio rappresenti per loro qualcosa di fondamentale.
"Nel territorio mancava un'associazione che rappresentasse e aiutasse tutti i giovani africani" - spiega Coulibaly Said, Presidente della sezione di Empoli - "chi arrivava qui era lasciato a se stesso, senza famiglia o amici, in balia degli eventi, smarrito in una terra straniera. Inizialmente ci riunivamo per preparare pranzi e cene collettive, per passare del tempo insieme, fare conoscenza e creare legami. Nel 2016 abbiamo deciso che era arrivato il momento di creare qualcosa di positivo e concreto nella zona. Così è nata l'A.G.A.E.V., un'associazione che per molti di noi è divenuta una famiglia."
Gli scopi di A.G.A.E.V. sono molteplici; l'associazione è divenuta per molti ragazzi una seconda famiglia, dove il problema di un singolo diventa un problema collettivo, da risolvere insieme attraverso un supporto reciproco.
"Siamo circondati da brutte notizie che riguardano gli immigrati e l'Africa, e questo ci ferisce molto" - ci confida Ernest, un membro dell'associazione di Empoli - "La nostra missione è rappresentare al meglio l'Africa e le nostre nazioni di provenienza. Siamo consapevoli che qui in Italia ci sono regole di convivenza che vanno rispettate, per questo motivo noi, come A.G.A.E.V., ci impegniamo affinché tutti i ragazzi dell'associazione non imbocchino strade sbagliate. Purtroppo, i vari disagi che un giovane africano in Italia deve affrontare sono tanti, ma l'associazione è qui per aiutarli. Non solo aiutiamo i ragazzi che hanno intrapreso strade sbagliate a uscirne, ma insieme forniamo supporto finanziario, motivazionale e psicologico a chi ne ha più bisogno."
L'Associazione dei Giovani Africani dell'Empolese Valdelsa è una rete di sicurezza per tutti coloro che hanno bisogno d'aiuto, un supporto presente e radicato nel territorio. Una realtà viva che raccoglie i nomi, le storie e i sogni di ragazzi che hanno attraversato deserti e mari per raggiungere le nostre coste e che qui, in Italia, hanno deciso di rimanere, costruendo un futuro e una casa.
Antonio Lanzo