La Passione secondo… Bach: in Collegiata il capolavoro del geniale compositore
Inizierà alle 16 di domenica 10 novembre, nella Collegiata a Empoli, in piazza Farinata degli Uberti, con ingresso libero, il secondo appuntamento con la cinquantesima edizione dei Concerti di Sant’Andrea. Per la prima volta nella lunga storia del Duomo cittadino risuoneranno nella navata le melodie di uno dei più significativi capolavori di Johann Sebastian Bach: la celebre Johannes-Passion. Trecento anni or sono, il 7 aprile dell’anno 1724 le note della prima esecuzione lasciavano stupefatti i fortunati ascoltatori radunatisi nella chiesa di San Nicola a Lipsia ed è una rarissima fortuna poterne godere dell’esecuzione, trattandosi di un lavoro di estrema complessità interpretativa.
A cimentarsi in questa avventura tanto complessa, quanto affascinante, un gruppo specializzato di musica antica e barocca: l’Ensemble Lilium Cantores, formato da giovani professionisti e diretti dal Maestro Umberto Cerini, organista e clavicembalista fiorentino, Maestro di cappella della Basilica di San Lorenzo. La Passione secondo Giovanni BWV 245 (Passio Secundum Joannem secondo il titolo che si legge nell’incompleta partitura autografa del 1739) è un grande lavoro per soli, coro e orchestra, composto da Johann Sebastian Bach a Lipsia con la funzione che quel genere musicale e devozionale aveva al suo tempo, ossia raccontare al popolo di fede luterana gli episodi della Passione di Cristo che si trovano nei testi evangelici, attraverso la loro messa in musica e l’accostamento ad essi di testi poetici e devozionali, inseriti per suscitare riflessione, commozione e preghiera. Bach, divenne Kantor (Maestro di cappella) di Lipsia nel 1723 e mantenne l’incarico fino alla sua morte (1750): in questa vesta ebbe modo di supervisionare l’esecuzione di ventisei Passioni, in parte lavori composti da lui stesso e in parte opere più o meno eterogenee di altri musicisti, tra i quali spiccano Georg Philipp Telemann e Georg Friedrich Händel.
Sebbene ce ne siano pervenute soltanto due, la Passione secondo Giovanni (eseguita per la prima volta 1724) e la Passione secondo Matteo (risalente al 1727), è probabile che nel corso della sua vita Bach abbia composto quattro o forse anche cinque Passioni, tra le quali ne va annoverata certamente una secondo Marco. Dal punto di vista musicale le Passioni bachiane sono grandi composizioni che traggono la loro struttura dall’oratorio italiano di inizio Seicento, rispetto al quale il ruolo del Narratore (Historicus) è affidato alla figura dell’Evangelista. Il linguaggio musicale si avvale sia delle forme dell’oratorio e dell’opera italiani (recitativi, ariosi e arie) sia di pagine corali nell’ambito delle quali si ha una particolare attenzione verso le forme tipiche della tradizione luterana (ovvero i corali), che sono presenti in modo cospicuo in funzione di un pieno coinvolgimento emotivo e spirituale dei fedeli. Gran parte della vicenda è narrata attraverso il recitativo secco (senza accompagnamento), stile nel quale cantano i diversi personaggi: non solo l’evangelista, ma anche Cristo e Pilato, e una serie di personaggi che fanno solo sporadiche comparse (Pietro, i servi, l’ancella). Anche nell’asciutta scrittura del recitativo spesso Bach inserisce alcune raffinatezze che ben sottolineano momenti salienti del testo. Una certa semplicità caratterizza anche le melodie degli undici corali che si trovano nella Passione: sono brani polifonici che ripropongono melodie al tempo note ai fedeli luterani essendo melodie abitualmente cantate durante il servizio divino. I corali collocati all’interno della narrazione, per quanto non fossero probabilmente cantati dall’assemblea, erano comunque un modo per collocare nella scena la presenza del popolo dei fedeli, stimolando altresì in essi la devozione e il coinvolgimento emotivo alle vicende dolorose del Cristo.
«Siamo molto felici di ospitare una produzione tanto ambiziosa – sostiene Lorenzo Ancillotti, direttore artistico – da anni coltivavamo l’auspicio di poter presentare una grande pagine bachiana per coro e orchestra e siamo ancora più orgogliosi del fatto che a confrontarvisi siano dei giovani e talentuosi musicisti del territorio. La Johannes-Passion è un monumento musicale tanto grande da essere anche difficile contemplarne pienamente la magniloquenza, ma come tutti i capolavori sono certo che saprà coinvolgere ed emozionare il nostro pubblico, sempre curioso e numeroso».
I Concerti di Sant’Andrea sono coprodotti dall’associazione “Mons. Giovanni Cavini” e dal Centro studi musicali Ferruccio Busoni, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, della Città Metropolitana di Firenze e del Comune di Empoli.
Il prossimo appuntamento, domenica 17 novembre, alle 16, vedrà protagonisti Paolo Oreni all'organo e Alessandro Marangoni al pianoforte per un programma tutto incentrato su Bach e le trascrizioni di Ferruccio Busoni.
Per informazioni: Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni, piazza della Vittoria 16 – tel. 0571 711122; cell. 3737899915 email: csmfb@centrobusoni.org
oppure sito web www.centrobusoni.org
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa