Caso Sara Scimmi, la famiglia: "Stava scappando. Conducente dell'auto che ha incrociato il tir si faccia avanti"
"Noi pensiamo che stesse scappando. La certezza sia della procura sia della ricostruzione medico-legale è che lei quando viene travolta dal camion era già distesa centrale alla strada con un femore rotto. È stata scaricata da una macchina o stava scappando. Sicuramente qualcosa è successo". Così la mamma e la sorella di Sara Scimmi, la giovane di 19 anni trovata senza vita lungo la Sr429 tra Castelfiorentino e Certaldo nella notte del 9 settembre 2017, oggi a Storie Italiane in onda su Rai 1 con Eleonora Daniele. Nella trasmissione confermati a distanza di 7 anni i dubbi e gli interrogativi della famiglia.
Secondo quanto spiegato nel video delle telecamere di videosorveglianza presenti sul luogo dell'investimento, si vede un'automobile che sfreccia poco prima dell'incidente. L’appello del padre è rivolto a chi era sulla vettura: "Con l’effetto mediatico che c’è stato in sette anni non capisco perché il conducente di quella macchina che incrocia il tir non si sia fatto avanti, se non ha fatto nulla non ha nulla da temere". E ha aggiunto: "Sotto le unghie di mia figlia vi sono 4 o 5 dna maschili che non sono mai stati periziati".
La sorella Giulia ha poi precisato: "Rispetto alle altre macchine del video, di questa c’è stata una perizia ad hoc che ha stabilito che la targa non era possibile individuarla, andava veloce e questo può far pensare ad un’urgenza. È di un grigio metallizzato tendente al bianco che solo determinati modelli hanno, ne sono stati individuati un paio e uno di questi in particolare era in uso al ragazzo che era con lei quella sera. Noi ci chiediamo perché quell’auto non sia mai stata sequestrata? Non si può vedere l’auto ma possiamo ricostruire tutto il percorso dell’auto. Anche le celle telefoniche non sono mai state analizzate. Sono sette anni che facciamo richieste ma questo non è stato mai preso in considerazione". Infine, ha concluso la sorella, "sul ragazzo visto con mia sorella da una testimone abbiamo dato un’ipotesi alla procura: un amico del ragazzo con cui si frequentava, potrebbe corrispondere alla descrizione della ragazza. È stata presa una foto di Facebook e non la carta d’identità per capire l’altezza, non è stato chiesto a questo ragazzo come fosse vestito o se avessi avuto a che fare con mia sorella".