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Celebrazioni Norma Cossetto a Castelfranco, il sindaco: "Csx ha partecipato, fatto storico"

“Oggi a Castelfranco si è fatta la storia, almeno per la nostra piccola comunità”. Lo dice il sindaco Fabio Mini che aggiunge: “Gli esponenti del centrosinistra per la prima volta, in circa 15 anni, si sono presentati alle celebrazioni per la memoria di Norma Cossetto, italiana, vittima civile infoibata dai partigiani di Tito nel '43. Via, mi fa piacere, forse c'è la speranza che i morti collegati ai fatti della Seconda Guerra mondiale, possano in futuro avere veramente tutti lo stesso valore. Un bel passo avanti per un'area politica che dopo il '45, accolse con disprezzo gli esuli istriani e che per decenni ha negato o fatto in modo che non si parlasse delle violenze subite dalla popolazione civile in Istria e Dalmazia dopo l'8 settembre '43. Anzi per decenni sui libri di scuola la questione Dalmato-istriana con i suoi pregressi storici, che affondano nelle origine dell'Europa moderna e sono parte della storia dell'area balcanica, sono stati puntualmente ignorati, riducendo la narrazione alle solo azioni 'fiumane'. Forse oggi c'è la speranza, vista l'inattesa partecipazione del centrosinistra alle celebrazioni dell'evento una “Rosa per Norma Cossetto” a Castelfranco, voluta da questa amministrazione, ma in generale da tutte le forze di centrodestra negli ultimi 20, di potersi mettere a un tavolino e dare il giusto valore a tutti i morti civili perseguitati nel '900 su base ideologica ed etnico linguistica come in Istria. Questo ovviamente vale anche per tutte le altre atrocità che ci ha lasciato in eredità il '900”.

“Sulla mia presenza alle manifestazioni,- continua Mini - francamente mi sarei stancato delle pagelle di questo centrosinistra, che appunto per decenni ha negato i morti fatti dai partigiani di Tito, che nascosero dietro una guerra di liberazioni una pulizia etnica accanendosi sui civili. Mi sarei stancato di questa presunta superiorità ideologico culturale dei nostri consiglieri di centrosinistra e delle eminenze grige che li muovono, che danno voti e giudizi di merito, perché loro sono i presunti detentori della verità, dell'etica e della giustizia. Francamente l'esegesi di quella sinistra radical che per decenni ha cerato di sostituire Dio con il partito per divinizzare un 'io collettivo' che giustificasse in Italia e fuori dall'Italia persecuzioni più o meno palesi, prepotenze e angherie che facevano comodo a “un'aristocrazia di partito”, in un processo antidemocratico, la trovo fuori tempo e fuori luogo. Il sindaco non può essere ovunque e, nella altre commemorazioni, come quella per il padule di Fucecchio ad esempio, l'importante è che sia rappresentata l'istituzione comunale e l'amministrazione, se poi c'è il sindaco, il vicesindaco o un assessore poco conta. Per mia indole per altro non mi piacciono le “parate”, ma quando posso per me è un dovere istituzionali presenziare”.

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