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Una folla a San Miniato in processione per la Pace

Un silenzio profondo e composto ha accompagnato ieri il passaggio del Ss. Crocifisso di Castelvecchio per le strade di San Miniato; un silenzio quasi irreale che ha per una volta smorzato il clamore dei turisti domenicali a passeggio nella Città della Rocca.

Questa processione, insieme ai riti che l'hanno seguita, è stata voluta dalla diocesi di San Miniato come occasione di riflessione e soprattutto di preghiera per la pace. L'evento ha rievocato un fatto accaduto 625 anni fa, quando il movimento penitenziale dei Bianchi, che chiedeva la riconciliazione tra le fazioni in lotta nell’Italia dell'epoca, giunse a San Miniato. Da lì, proprio il Crocifisso trecentesco di Castelvecchio venne poi portato in processione in diverse città toscane, dove si verificarono conversioni e miracoli.

L'evento di ieri, unendo fede e storia, aveva come scopo principale quello di chiedere a Dio il dono della pace per la Terra Santa, per l'Ucraina e per tutte le aree del mondo colpite da conflitti.

Ampia la partecipazione di fedeli da tutta la diocesi, che si sono ritrovati in un clima di profondo raccoglimento proprio nel santuario che custodisce il Crocifisso, di fronte al Palazzo comunale. Significativa anche la presenza dei sindaci e degli amministratori locali, invitati con i rispettivi gonfaloni, insieme alle autorità militari. Numerosi, inoltre, i sacerdoti diocesani presenti.

Prima della processione, nel santuario, il vescovo Giovanni Paccosi ha presentato il restauro della tavola raffigurante Cristo risorto, dipinta nel 1529 da Francesco d’Agnolo Lanfranchi, detto "lo Spillo", fratello del celebre pittore manierista Andrea del Sarto. Quest’opera funge da sportello di copertura per l'immagine del Ss. Crocifisso, che rimane nascosta alla vista durante tutto l’anno, tranne che per i tre giorni in cui si celebra la sua ricorrenza alla fine di ottobre. Il restauro, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e realizzato dalla restauratrice Sandra Pucci, ha dato nuova vita a un capolavoro che permette adesso nuove interessanti letture sui profondi significati che esprime.

La processione che si è successivamente snodata per le vie cittadine, ha avuto un primo approdo nella chiesa di San Domenico, dove è stato recitato un rosario per la pace. Di particolare intensità emotiva è stata l'invocazione alla Vergine come «Regina della pace», ripetuta ben tre volte da monsignor Paccosi al termine delle litanie lauretane, per sottolineare la gravità del tempo presente.

Da San Domenico, la processione è poi ripartita verso la cattedrale, dove è stata celebrata la santa Messa per l'inizio dell'anno pastorale. Durante la sua omelia il vescovo Giovanni ha esortato a non perdere mai la speranza, neppure di fronte alle sofferenze del mondo e alle guerre: «Sembra che non possiamo fare nulla per cambiare le circostanze del mondo, o che la nostra preghiera e il nostro silenzioso camminare per le strade siano solo aria», ma nel nostro seguire il Signore e testimoniare la sua speranza, «sappiamo che il mondo può trovare una luce. È nostra responsabilità allora essere coloro che, in mezzo alla violenza, vivono un rapporto di pace, coloro che tendono la mano all'altro, anche quando l'altro vorrebbe cancellarci».

Richiamando poi a un dovere che interpella tutti i credenti, monsignor Paccosi ha aggiunto: «Siamo chiamati ad essere nella società, nel mondo, quella luce accesa. Quando tutto sembra buio, se si accende la luce di un fiammifero non si può più dire che è tutto buio. C'è un punto luminoso, anche se minuscolo, verso cui guardare. E la nostra luce non è quella di un fiammifero... è l'aurora di Gesù che risorge e ci porta con sé nella risurrezione».

La celebrazione è stata caratterizzata anche dal conferimento del mandato ai 170 ministri straordinari della Comunione e a tutti coloro che prestano servizio pastorale nelle parrocchie della diocesi.

Al termine della liturgia il vescovo Paccosi ha ricordato l'importanza della preghiera in vista dell'imminente Giubileo, che si aprirà la vigilia di Natale a Roma e ha chiesto di non far mancare preghiere anche per la conclusione del Cammino sinodale della Chiesa italiana e per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

Fonte: Diocesi di San Miniato - Ufficio stampa

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