Agronomi, forestali e geologi uniti, per difendere il territorio dal cambiamento climatico
La Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali e l'Ordine dei Geologi della Toscana fanno squadra per contrastare i dissesti e salvaguardare l’ambiente. La collaborazione è stata presentata oggi, 12 ottobre, a Firenze, dai presidenti, rispettivamente Alessandro Trivisonno e Riccardo Martelli, che hanno illustrato il percorso strategico. Per limitare l'impatto di fenomeni atmosferici estremi, sempre più frequenti, e proteggere città e comunità rurali è necessario adattare le politiche di gestione del territorio e questo richiede un approccio multidisciplinare. La collaborazione permette di unire competenze diverse, ma complementari, per una visione sistemica del territorio.
Geologi, agronomi e forestali hanno già avviato un tavolo di confronto, il cui primo risultato è l'individuazione di alcune linee di lavoro comune, tra le quali uno studio congiunto per fornire indicazioni e metodologie utili alla gestione dei boschi (oggi purtroppo spesso abbandonati). L’obiettivo è migliorare la permeabilità del suolo e frenare sia i dissesti che fenomeni come il trascinamento di tronchi e rami verso valle, che rischiano di ostruire canali tombati e ponti. Gli Ordini stanno anche studiando come una gestione oculata delle colture in campagna possa frenare i dissesti e favorire la biodiversità. La terza linea di approfondimento riguarda infine le città e le zone antropizzate, per studiare materiali, assetti e alberature che possano a loro volta contribuire a migliorare la capacità di assorbimento del suolo e a mitigare gli altri effetti del cambiamento climatico (incluse le conseguenze portate dalle bolle di calore).
«La necessità di avviare questa sinergia scaturisce dalla consapevolezza dell'urgenza di una nuova e più ampia riflessione sui cambiamenti climatici e dalla necessità di un cambio di passo nella pianificazione territoriale – spiega Riccardo Martelli, presidente Ordine Geologi Toscana - Per questo non si può prescindere dall’adottare sistemi di governo delle aree agricole e boscate, capaci di rallentare e diminuire gli afflussi di acqua che si generano nel corso di eventi eccezionali e che impattano pesantemente sulle nostre aree urbane. Dobbiamo partire da una più approfondita conoscenza della zone boscate e, iniziando da lì, puntiamo a presentare alcune proposte entro il mese di novembre».
«Di fronte agli eventi catastrofici ai quali assistiamo sempre più frequentemente, è fondamentale mantenere alto il livello di attenzione e rifuggire il rischio di abituarci, dando tali eventi ormai per scontati. In quanto professionisti che lavorano sul territorio ogni giorno, siamo consapevoli che è arrivato il momento di essere ancora più attivi e propositivi, ponendoci come interlocutori per un nuovo approccio alla gestione del territorio – afferma Alessandro Trivisonno, presidente Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Toscana -. Ripensare le politiche è diventata un'urgenza, non possiamo più rimandare se vogliamo garantire la sicurezza ambientale alle prossime generazioni».
«I cambiamenti climatici ci impongono una crescente attenzione alle zone interne – ha detto Gaddo Mannori, geologo – ma questa necessità va purtroppo contro il trend di progressivo abbandono delle campagne e delle zone montuose. Si tratta quindi di decidere come trovare un equilibrio nei prossimi anni».
«Una conoscenza puntuale del territorio – ha proseguito Giordano Fossi, agronomo forestale – è essenziale non solo per monitorare le criticità e per difenderci dai cambiamenti climatici, ma anche per valorizzare le risorse, a partire dalla risorsa acqua».
Fonte: Ufficio Stampa