Studio 5G Toscana, Giacomelli (AGCOM) critica la Regione. Gruppo di associazioni e professionisti rispondono
Alcune settimane fa il giornalista e politico toscano Antonello Giacomelli, ex sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico nei governi Renzi e Gentiloni e deputato per cinque legislature nel centrosinistra fino al 2020, attualmente membro dell'AGCOM, rendeva noto di aver inviato una lettera aperta al presidente della Regione Eugenio Giani, poi pubblicata interamente su Il Foglio e sul suo profilo facebook, in cui criticava la scelta della Regione di commissionare uno studio sul 5G.
"La recente decisione della giunta regionale di commissionare uno studio sulla relazione tra emissioni elettromagnetiche, in particolare 5G, e le patologie tumorali mi ha lasciato senza parole. Non è accaduto solo a me. In poche ore scienziati come Burioni, testate giornalistiche di vario orientamento culturale, semplici cittadini hanno riversato sui social tutto il loro stupore (per usare un eufemismo) per la decisione della giunta della Toscana. [...] Ci sfuggiva la rilevanza dell’insidioso tema che invece Monni e Bezzini hanno prontamente colto. Mi perdonerai l’ironia ma è difficile parlare sul serio di questa delibera e scegliere tra le tante obiezioni di tipo politico, di competenza istituzionale, di corretto impiego delle risorse pubbliche, del concetto di sviluppo, che si possono fare", si legge nel post.
Giacomelli portava alla sua argomentazione "un approfondito studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità" e il fatto che "i limiti fissati in Italia per le emissioni elettromagnetiche, per quanto recentemente rivisti, sono largamente più bassi di quelli degli altri paesi europei e il loro controllo è già previsto", finendo per lanciare velatamente il sospetto di un'azione tutta politica da parte della Regione in vista delle "affannate ricerche di accreditamento in nuovi equilibri di governo ipotizzati per la Toscana". Giacomelli, che si dichiara "orgoglioso di aver varato, nei miei anni al governo nazionale, come sottosegretario alle Comunicazioni, la prima sperimentazione 5G in Europa" ha continuato a sostenere pubblicamente la tecnologia 5G con vari interventi e altri post, criticando in più occasioni la delibera della Regione Toscana.
In risposta alle parole di Giacomelli sono intervenuti il prof. Livio Giuliani (biologo) e la dott.ssa Patrizia Gentilini (oncologa), che nelle ultime settimane si erano già pubblicamente espressi ritenendo necessari maggiori approfondimenti sui possibili danni da esposizione ai campi elettromagnetici, con una nota firmata anche da diverse associazioni e altri professionisti: Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV, Ecoistituto del Veneto "Alex Langer", Generazioni Future, Safeguarding the Astronomical Sky Foundation, AMICA APS, Alleanza Beni Comuni ODV, Associazione Italiana Elettrosensibili, Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole, Centro Studi per la Nuova Agricoltura Contadina, Comitato di Tutela MontePorzioCatone ONLUS, CulturAzione APS, Lista Civica Italiana, Obiettivo Periferia, Stop5gRomagna, Stop5g Italia, Stop5g Bari, Stop5gEmpoli, Comitato Stop Elettrosmog Treviso, Valerio Gennaro Medico Epidemiologo, Tiziana Vigni Presidente di Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV, Orlandini Massimo Presidente CulturAzione APS, Romani Maurizio Vicepresidente CulturAzione APS, Ugo Mattei Presidente Generazioni Future.
Ecco il testo:
Un certo Antonello Giacomelli [...] ha criticato la Regione Toscana perché ha affidato all'ARS Toscana e all'ARPAT il compito di realizzare uno studio epidemiologico sull'impatto dei campi elettromagnetici in radiofrequenza sulla salute. Secondo [lui] coloro che pensano che i campi elettromagnetici possano nuocere alla salute sono terrapiattisti [...]. Peccato che a pensare che i campi elettromagnetici fanno male inizialmente è stata la US Navy, che già all'inizio degli anni ’50 commissionò ai fratelli medici Tonascia un’indagine epidemiologica per stabilire se il personale dell'ambasciata USA di Mosca presentasse negli anni un eccesso di tumori, dovuto all'esposizione alle radiofrequenze subita a Mosca ad opera dei sovietici. Il rapporto concluse che sì, quelle radiofrequenze erano risultate cancerogene (Goldsmith J, Environmental Health Perspective, vol. 105, 1996). Da allora tutto il mondo si è reso conto che le radiofrequenze possono far male e ci si è chiesto quale fosse il meccanismo d'azione di tali radiazioni sull'uomo. Si concluse che il meccanismo era l'interazione tra un'onda elettromagnetica, che in propagazione presenta a turno fasi positive e negative, e il dipolo elettrico costituito dalla molecola d'acqua, la quale per effetto dell'onda si mette a girare e, girando, trasferisce calore al corpo umano esposto, con un meccanismo simile a quello della paletta di Joule nell'acqua [...]. Ora, secondo gli esperti, che però non stanno all'AGCOM [...], che spesso non fanno fare bella figura all'Agenzia stessa, le emissioni della telefonia cellulare non causano danni dovuti a questo trasferimento di calore, detto appunto effetto termico, perché sono più deboli della soglia termica, il livello di campo elettrico o magnetico superato il quale l'effetto si manifesta. E fin qui tutti d'accordo gli esperti (sempre fuori dall'AGCOM). Il problema è stabilire se esistono altri effetti, così detti non termici, dovuti all'esposizione alle onde della telefonia mobile. Su questo c'è una netta divisione tra gli esperti che studiano, finanziati direttamente o indirettamente dall'industria telefonica, che affollano i posti delle istituzioni sovranazionali dove sono stati collocati dalle lobby dell'industria medesima, e gli esperti indipendenti, che non ricevono finanziamenti dall'industria. La divisione riguarda anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, della quale fa parte l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), costituita a Lione in forza di uno dei trattati istitutivi dell'OMS, la quale nel 2011 ha classificato le radiazioni della telefonia cellulare "possibile cancerogeno", avvertendo (IARC Monograph n. 102, Lione 2013) che una classificazione più severa sarebbe stata data se si fosse avuto il supporto di studi sperimentali, anche su animali, adeguati (cioè con migliaia di animali): studi che si sono avuti solo nel 2018, condotti dal US National Toxicology Program degli N.I.H. e dall'Istituto Ramazzini di Bologna, che hanno scoperto che le onde della telefonia mobile causano, nei ratti maschi adulti, il tumore al cuore ed altri tipi di tumore. Dall'altra parte l'ufficio presso la DG dell'OMS a Ginevra, detto Progetto campi elettromagnetici, che dalla sua costituzione nel 1997, con a capo il medico australiano Mike Repacholi (che poi dovrà abbandonare l'ufficio perché la giornalista svedese Mona Nilson scoprirà che veniva pagato in Australia da un'industria telefonica) ha sempre negato esistano effetti non termici. L'Italia ha per prima dato una soluzione a tale divisione del mondo scientifico, ricorrendo al principio di precauzione e introducendo il valore di attenzione, con la legge 36/2001, tanto per le radiofrequenze che per le basse frequenze, queste ultime classificate possibile cancerogeno dallo IARC nello stesso 2001 (IARC Monograph n. 80, Lione 2002). Ora dopo l'innalzamento sconsiderato di 6 volte del valore di attenzione, avvenuto per l'inserimento in un ddl di tutt'altra materia, in seconda lettura, di un emendamento votato dalla maggioranza di destra, il genio che siede all'AGCOM tratta da terrapiattisti non solo il Consiglio Regionale della Toscana, ma il Governo Prodi, che con la legge Maccanico già aveva introdotto un Regolamento recante tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana, che aveva introdotto per la prima volta, nel 1998, il valore di attenzione di 6 V/m, ma anche il Governo Berlusconi che nel 2003 con il DPCM 8/7/2003 confermò lo stesso valore di attenzione insieme con gli obiettivi di qualità. Avevamo bisogno di sapienti come il suddetto membro toscano dell'AGCOM, che dalla profondità intellettuale dove si trova chiama terrapiattista chi si preoccupa dell'elettrosmog, o di Signor di Montgolfier, come il ministro Urso proponente dell'emendamento detto, tutti pugnaci combattenti per le sorti magnifiche e progressive, per comprendere che esistono effetti termici e non termici delle onde elettromagnetiche che, volendo, si possono prevenire. Anche ad evitare che le Corti d'Appello e la Suprema Corte di Cassazione, questa nel 2012 (Sent. 12438), si debbano occupare di risarcimenti agli sfortunati soggetti ammalatisi di cancro a causa della loro esposizione cronica al telefono cellulare.
Ciò che è certo è che di 5G ed effetti sulla salute se ne parlerà ancora a lungo e che l'argomento sta diventando di pubblica diffusione. Un argomento su cui vi sono posizioni molto discordanti, alcune scientificamente solide altre un po' meno da ambo i lati, e su cui il cittadino medio difficilmente può esprimere un giudizio cosciente. Si spera che studi come quello commissionato della Regione Toscana possano aiutare a fare chiarezza.