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A Fucecchio il libro di Chiara Boddi, educatrice e arbitra

Sabato 28 Settembre 2024, alle ore 10:00 presso i locali dell’Auditorium La Tinaia di Fucecchio, è stato presentato il terzo libro di Chiara Boddi, giovane educatrice e arbitro della Sezione di Empoli.

Ha moderato l’incontro Antonio Pisano, socio dell’Associazione LAPS (Libera Associazione Poeti e Scrittori) di Fucecchio andando prima di tutto a sottolineare tre parole chiave che potessero essere il riassunto perfetto dei messaggi portavoce del testo: rispetto, ascolto ed errore.

Il primo intervento della mattina è stato quello del sindaco di Fucecchio Emma Donnini, la quale ha sottolineato il necessario bisogno di giovani che si mettano in gioco e che non si fermino davanti alle difficoltà.

Poi è intervenuta la dirigente scolastica Angela Surace, che a partire dalla sua esperienza di insegnante di Chiara, ha ripercorso il suo vissuto e lo ha contestualizzato al suo oggi. Lei stessa ha ripetuto più volte che vuole fortemente fare un progetto con i giovani affinché riescano a coltivare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.

La presidente dell’Associazione Poeti e scrittori di Fucecchio Giuseppina Morelli, ha evidenziato come questo terzo traguardo di Chiara sia importante per trasmettere sempre di più i valori cardini di vita.

L’assessore alle pari opportunità di Fucecchio, Sabrina Mazzei, ha sottolineato l’importanza di mettersi in gioco per vincere quelli che sono i maggiori stereotipi sociali. Ha poi evidenziato come la scelta di Chiara di diventare direttrice di gara sia coraggiosa e dimostri come l’idea che tale ambiente sia prettamente riservato al genere maschile sia errata.

L’arciprete di Fucecchio, Don Andrea Pio Cristiani, ha espresso la sua opinione riguardo ai giovani del mondo di oggi, sempre più disinteressati, privi di valori che usano la violenza come arma migliore. Proprio per questo ha rilevato l’importanza del libro di Chiara, perché rappresenta un modo per educare a tutti gli effetti chi è parte di una società dove scuola e sport vanno di pari passo e dovrebbero essere un diritto fondamentale per tutti i bambini e le bambine.

Il presidente della Sezione AIA di Empoli, Claudio Viti, dopo un’analisi del mondo arbitrale sia da un punto di vista numerico che di responsabilità, ha mostrato come scegliere di fare l’arbitro sia una missione importante. Rendendo tutti i presenti più consapevoli di quello che si sente e si vive in campo, ha trasmesso come i giovani arbitri abbiano una bella corazza caratteriale e soprattutto una determinazione forte. Lui stesso ha regalato a Chiara un mazzo di fiori a nome di tutta la Sezione, come simbolo di vicinanza in questo traguardo che coinvolge tutto il gruppo degli associati e delle associate di Empoli.

Il designatore della Sezione AIA di Empoli, Andrea Arnone, ha parlato direttamente all’autrice, ripercorrendo la storia del suo percorso e di come ci sia stato un cambiamento radicale proprio a partire da un evento negativo. Lui ha sottolineato come la forza e la determinazione di Chiara siano state componenti essenziali non solo per lei ma anche per tutti i ragazzi che oggi la seguono e vivono con lei tutte le esperienze che il mondo arbitrale e sezionale offrono.

Infine lei stessa è intervenuta salutando e ringraziando i presenti ma soprattutto per sottolineare il motivo per cui da educatrice ha scelto di diventare arbitro. <<Il fischietto è sempre stato con me, i miei bambini lo sanno. Poi nella società, nella mia città ho sentito il bisogno di fischiare di più, di richiamare l’attenzione a più persone possibili: non solo in Poggio ai miei 40 bambini, ma a tutti. Quel fischietto doveva arrivare oltre>>. Ha sottolineato con queste parole che la vera educazione è quella che si porta in ogni contesto, in ogni ambito. E lei stessa ha ribadito l’importanza di essere educatrice e fare l’educatrice ovunque: non solo a scuola, ma per strada, al doposcuola, in un campo da calcio e in qualsiasi altro ambiente sportivo. <<Penso che essere educatrice sia la formula più innovativa di vivere lo sport “dall’altra parte”>>: perché per essere arbitro avere alle spalle un lavoro di questo tipo non è tanto una corazza (perché quella si crea con il tempo), ma un grande apripista verso qualcosa di apparentemente più grande di noi. Serve a saper gestire, a saper entrare in relazione positiva anche con persone che non si sono mai viste prima e che si ritrovano insieme su un terreno di giuoco. <<Io sono e voglio essere educatrice ovunque, sempre, in qualsiasi modo. Scendere in campo con questa convinzione e con questa passione che guida, ha guidato e guiderà la mia vocazione di volerci essere per gli altri penso sia una cosa bellissima per arrivare a fare sport in maniera migliore. Ed è proprio questa la correlazione che c’è tra il mio essere arbitro e il mio essere educatrice: volerci essere ed essere sempre lì, pronta a tutto. È questo il motivo che mi ha spinto ad affacciarmi ad un mondo nuovo, un mondo difficile dove gli insulti sono tantissimi, ma dove c’è tanto bisogno di educazione>>.

Chiara ha ribadito l’importanza di non rimanere in silenzio, di non fare dei passi indietro davanti ai fatti. Proprio questo libro rappresenta un grande passo in avanti e vuole essere uno stimolo per tanti altri, ma soprattutto un piccolo scrigno di consapevolezza. <<Avere il coraggio di mettere nero su bianco è quello che ho voluto fare, perché penso che rimanere fermi e fare passi indietro porta al regresso e invece io e con me gli altri educatori, gli insegnanti e tutti i dirigenti lavoriamo per il progresso. La società deve spostarsi, fare dei passi in avanti, per andare incontro anche a delle difficoltà, ma con l’obiettivo di superarle per andare oltre>>. Belle e significative sono state le due situazioni che ha riportato al termine del suo intervento. Da una parte una partita al minuto 89 dove l’arbitro, pur essendo stanco, scatta con un’azione e cerca di esserci fino alla fine con tutte le sue forze. Dall’altra quella di un’insegnante che giunta al termine della quinta ora consecutiva proprio il minuto prima del suono della campanella riceve da parte di un suo allievo la richiesta di rispiegare l’argomento perché non lo aveva compreso e lei magari spende anche del tempo in più rispetto a quel minuto. Ecco, questo dare anche alla fine “delle varie partite” che conduciamo (sia una lezione a scuola, sia una gara, sia un qualsiasi altro momento), è quello che conta e quello che dà una svolta, la vera svolta, ad ogni singolo percorso. Quel minuto in più, quel tempo che manca è ciò che deve spingere a fare ancor di più domani, a dare il massimo, al dare tutto il meglio che abbiamo finché ne siamo capaci.

<< Questa scelta, penso sia stata quella più importante>>. Queste le parole con cui Chiara ha terminato il suo discorso pieno di messaggi e spunti di riflessione forti.

Un libro, quello che ha scritto, che nella sua semplicità mette davanti ai nostri occhi una relazione fondamentale tra due mondi che non solo determinano la vita di Chiara ma quella di ogni ragazzo e ragazza. Un libro che sarà l’inizio di una rivoluzione gentile tra scuola e sport.

Fonte: Ufficio stampa

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