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Padre non vede figlia da 14 mesi, altri elementi emersi dai social. Le precisazioni

A seguito della trasmissione televisiva 'Fuori dal coro' del 25 settembre su Rete 4, che ha affrontato la vicenda dell'artista di Castelfiorentino Massimo Bramandi, della cui messa in onda aveva dato conto anche gonews.it, nelle ultime ore stanno emergendo ulteriori dettagli, parzialmente discordanti dal racconto fatto dal programma tv. Sui social network e su varie chat sta infatti girando un post, gestito dalla ex compagna di Bramandi o da qualcuno a lei molto vicino, che entra nel merito fornendo la sua versione dei fatti. Data la rilevanza delle informazioni contenute e l'ampia diffusione che sta avendo, sembra doveroso darne notizia facendo anche alcune rettifiche.

Innanzitutto, non ci sarebbe un'archiviazione (come riportato in modo non corretto dal nostro quotidiano), ma una 'richiesta di archiviazione'. Su questa, si dice nel post, sarebbe stata presentata un'opposizione in attesa di giudizio: "Essendo ancora in attesa di udienza davanti al GIP, nessun giudice ha né accolto, né rigettato questa richiesta inspiegabile della Procura", si legge nel post. Da quanto appreso il  Pm avrebbe effettivamente richiesto l'archiviazione per lo specifico reato di maltrattamento rilevando che non ci sarebbero prove di ripetute violenze tali da configurare il reato, ma si è in attesa di un giudizio al riguardo. Il processo, insomma, non è detto che non ci sia.

La narrazione fornita dal programma si è poi concentrata sull'impossibilità dell'uomo di vedere la figlia da oltre un anno. Nel post che gira sui social, però, si precisa che "la gravità dei fatti presentati è tale da aver indotto il Tribunale per i Minorenni di Firenze, mediante un decreto urgente, a confermare l'allontanamento della bambina dal padre e a porre fondamentali condizioni affinché degli incontri (esclusivamente in sede ALTAMENTE PROTETTA) si possano tenere", specificando che motivo di questi mancati incontri sarebbe proprio il fatto che "nessuna di queste condizioni si è verificata". Da quanto appreso il Tribunale dei Minori, rilevando maggiori criticità rispetto al pm nella condotta dell'uomo, avrebbe effettivamente posto delle condizioni per organizzare gli incontri padre-figlia, ma niente si sa sull'effettiva praticabilità di tali condizioni, né il servizio tv ne dà adeguatamente notizia. Quale che siano i fatti è abbastanza comprensibile che data la delicatezza della vicenda e la necessaria tutela delle persone coinvolte i servizi sociali non entrino nel merito con la stampa.

Nel post che sta girando sui social vengono allegati anche alcuni audio, parte di un più ampio numero di registrazioni fornite dalla donna alla magistratura, per avvalorare l'accusa di maltrattamenti. Trattandosi di materiale processuale non ci sembra lecito riportarne i contenuti, che hanno però suscitato in molti utenti disappunto e ricondivisioni.

Data la delicatezza e la diffusione del messaggio, giunto all'attenzione di molti utenti e anche della redazione, si è ritenuto necessario ritornare su una vicenda sulla quale, è doveroso precisare, c'è un procedimento giudiziario in corso: eventuali e reciproche accuse, così come le registrazioni che stanno circolando in rete, sono nelle mani della magistratura che è l'unico organo competente per esprimere un giudizio.

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