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La Giunta regionale si divide sullo studio su onde 5g e salute

Lo studio su 5g e salute sta creando divisioni dentro la Giunta in Regione Toscana. La richiesta di uno studio è stata deliberata pochi giorni fa dalla Regione stessa, affidando ad Arpat e ad Ars l'onere di capire le possibili implicazioni sulla salute della nuova tecnologia. A chiedere un ripensamento sulla strategia messa in atto sarebbe stato, secondo l'Agenzia di stampa DIRE, lo stesso assessore ai Servizi informativi e alla connettività della Toscana diffusa, Stefano Ciuoffo.

Lo studio, biennale, dovrebbe riguardare sei città capoluogo per capire le possibili implicazioni sulla salute della nuova tecnologia. Una notizia sulla quale il mondo scientifico e istituzionale si è fatto sentire con le dure prese di posizione.

Forti delle evidenze raccolte dall'Organizzazione mondiale della sanità che esclude nessi fra 5G e tumori, hanno espresso il loro disappunto rispetto all'iniziativa della Regione, fra gli altri altri, il medico Roberto Burioni ed il commissario all'Agcom Antonello Giacomelli. Lo studio OMS è una metareview di articoli scientifici, realizzati dal 1994 al 2022, pubblicata proprio pochi giorni fa sulla rivista Environment international. Lo studio demolisce la tesi di un legame fra tumori al cervello, tumori infantili e l'esposizione alle radiofrequenze dei campi elettromagnetici. Lo stesso Giacomelli ha ricordato lo studio in una lettera al presidente della Regione, Eugenio Giani, divulgata stamani dal quotidiano 'Il Foglio'.

La Giunta regionale starebbe quindi maturando la convinzione che la delibera possa essere ridiscussa già lunedì prossimo: "Parto da una constatazione, ho votato quella delibera - spiega alla Dire l'assessore ai Sistemi informativi e alla connettività della Toscana diffusa Stefano Ciuoffo - ho avuto modo di approfondire e ciò che ho letto mi trova su posizioni diverse. Chiederò un confronto in Giunta".

Dalla ricostruzione dei fatti, pare che durante la riunione di Giunta, l'atto firmato dall'assessora all'Ambiente, Monia Monni, e dal titolare della delega alla Sanità, Simone Bezzini, sia stato presentato come mera attuazione del dispositivo di una mozione adottata dal Consiglio regionale. Soltanto da una lettura dell'allegato tecnico è emersa invece la possibile problematicità dello strumento adottato, specialmente per il ruolo che la Giunta riconosce ad Arpat e in misura ancora maggiore per il passaggio da brivido circa i "risultati contrastanti e le evidenze inconcludenti degli studi" sul tema, cosa che ha sollevato più di una perplessità e adesso una sostanziale richiesta di revisione del testo.

Fonte: Agenzia Dire

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