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Assistente alla affettività e alla sessualità per persone con disabilità, via libera in Commissione Sanità

Via libera in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), a una proposta di risoluzione, di iniziativa della stessa commissione, in merito all’istituzione della figura dell’assistente all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità per persone con disabilità.

L’atto è una risoluzione che ha origine da un precedente atto a firma di Iacopo Melio (Pd), discusso in Consiglio, da cui è partita l’iniziativa che poi è stata fatta propria dalla commissione.

Come ha sottolineato Melio, “la richiesta parte dalle stesse famiglie dei disabili, oltre che dai disabili”. “E’ una questione culturale – ha proseguito il consigliere – dobbiamo superare la mancanza di strumenti per gestire la questione dell’affettività e della sessualità delle persone disabili. Non è una questione partitica ma riguarda tutta la società civile, per questo auspico una posizione unanime e senza colori politici”.

La proposta di risoluzione impegna la Giunta ad attivarsi presso la Conferenza delle Regione affinché “in tale sede si possa approfondire la tematica in oggetto, anche in riferimento alle possibili ricadute sulle competenze regionali, e avviare un’azione interlocutoria con il Governo oltreché di stimolo nei confronti del Parlamento, finalizzata all’approvazione nella presente legislatura di una proposta di legge in merito all’istituzione della figura dell’assistente all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità per persone con disabilità”. Inoltre impegna la Giunta, nelle more dell’approvazione della disciplina nazionale sopracitata, “a valutare ogni possibilità di intervento della Regione sulla materia dell’assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità per le persone con disabilità e a valorizzare, anche sotto l’aspetto culturale, tale assistenza quale vettore d’inclusione sociale e di prevenzione per il benessere psicofisico ed emotivo”.

L’atto precisa che “la figura professionale che dovrebbe occuparsi di emotività, affettività, corporeità e sessualità non ha il ruolo di ‘sex worker’ e non dovrà occuparsi direttamente della soddisfazione dei bisogni sessuo-affettivi delle persone con disabilità, ma in quanto terapeuta dovrà avere una preparazione adeguata e qualificata, concentrando esclusivamente l’attenzione sull’aspetto educativo, fondamentale anche per i familiari e i caregiver affinché si creino contesti idonei per affrontare nel migliore dei modi la tematica in questione, in un’ottica di indipendenza e autodeterminazione”.

“La proposta di risoluzione è stata fatta propria dalla commissione Sanità e ringrazio Melio per la sua disponibilità – ha commentato il presidente Sostegni -. Il nostro obiettivo è che ci si inizi a interrogare sulle iniziative da prendere su un tema così delicato e complesso, facendo passi concreti. La politica non può voltarsi da un’altra parte evitando di affrontare i bisogni dei cittadini”.

L’atto è stato approvato con il voto favorevole di tutti i commissari eccetto due: Giovanni Galli (Lega) e Andrea Ulmi (Gruppo misto-Merito e lealtà) che si sono astenuti.

Galli ha spiegato di “vedere due percorsi diversi per affettività e sessualità e di non comprendere come si possano tenere insieme le due sfere”. Secondo Ulmi “si vuole dare un ruolo con una patente con confini che non sono valutabili”.

Federica Fratoni (Pd) ha sottolineato che “non si vede perché, quando si parla di educazione sessuale nelle scuole e di tante altre cose, non ci si debba porre il tema per le persone disabili” annunciando un convinto voto favorevole.

Voto favorevole, a titolo personale, ha annunciato anche Diego Petrucci di Fratelli d’Italia. “Questo atto è utile perché si discuta del tema – ha spiegato -. A me ha aperto gli occhi su un ambito che non conoscevo, che esiste e che la politica non può far finta che non esista”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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