Crisi settore conciario, i sindaci del Comprensorio del cuoio dal ministro Urso
Il 3 ottobre i sindaci del distretto saranno a Roma per spiegare personalmente la situazione economica che sta attraversando l'indotto conciario al ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Obiettivo sarà tornare a casa con delle risposte concrete, ma soprattutto con una prospettiva chiara su come sostenere le aziende del territorio fino a quando arriveranno i primi segnali di ripresa. Altro tema, quello del lavoro, che si può sostenere solo attraverso la sopravvivenza degli operatori economici locali. Dalle risposte date dal sottosegretario del dicastero Massimo Bitonci, durante le interrogazioni alla Camera dei deputati di lunedì scorso, primo giorno di Linea Pelle, è emerso che il governo in questi mesi ha riflettuto sul problema e il segnale di apertura sul fronte delle imprese del comparto moda è arrivato. Quelle con più di 15 dipendenti che a questo punto, potranno usufruire di tutti gli ammortizzatori sociali in regime ordinario e se non bastasse potrebbero ricorrere al regime straordinario, mentre sulle imprese più piccole quelle con meno di 15 dipendenti rimane il tema di un fondo di sostegno che dovranno gestire le associazioni di categoria artigiane. L'incontro con il ministro Urso ripartirà con ogni probabilità da questi due punti fermi, per avere date e tempi nell'attuazione di questi ammortizzatori sociali.
L'idea di provare a rivolgersi direttamente al ministero, era maturata durante un incontro che i sindaci dei comuni del distretto fecero circa due settimane fa in comune a Santa Croce sull'Arno per parlare proprio dei temi economici e di come intervenire. In quell'occasione il sindaco di Castelfranco di Sotto, Fabio Mini propose un incontro direttamente con il ministro Urso tramite il consigliere regionale Diego Petrucci: "La mia logica –spiega Mini - era intervenire in modo compatto dal territorio e soprattutto in modo che tutti i sindaci potessero essere presenti, perché non si può pensare di uscire da questa crisi se non siamo tutti uniti e non condividiamo strategie politiche ed economiche. A quel punto, vista la disponibilità di tutti ad affrontare questo incontro mi sono attivato. Ora il 3 ottobre dovremo presentarci con le idee chiare dal ministro Urso l'importante è dare concretezza a quanto annunciato dal sottosegretario e poi capire con quale strategia economico-politica possiamo aiutare le imprese del territorio ad uscire da questa crisi, un passaggio fondamentale".
Roberto Giannoni sindaco di Santa Croce sull'Arno che si disse da subito disponibile a percorrere questa strada a patto che vi fosse unità di intenti tra tutti i sindaci, scavalcando divergenze ideologiche e politiche ha dato la propria disponibilità: "Non c'è alternativa nell'immediato - dice Giannoni, o si lavora in modo unito e compatto tra amministrazioni comunali del territorio su questo tema strutturale e fondamentale, oppure siamo destinati a fallire. I primi giorni di Linea Pelle hanno dimostrato che il settore è in grado di reagire, ma è anche in un momento di sofferenza congiunturale. La struttura del distretto attualmente è ancora intatta anche se si è vista qualche piccola défaillance, bisogna lavorare per preservare questo assetto, ne va dell'economia del distretto, ma anche della tenuta sociale del territorio.
L'obiettivo qui non è politico ma è economico ovvero avere un sostegno da parte del governo in modo da poter creare il terreno su cui poi gli imprenditori andranno a operare, prima per tenere botta fino alla ripresa, momento i cui primi segnali li aspettiamo per primavera prossima e poi per intraprendere un cammino di rilancio del settore, magari anche in questo caso con un sostegno del governo. Non so cosa ci proporrà il ministro ma sicuramente aver l'opportunità di esprimerci tutti e sei direttamente con il capo del dicastero è un' opportunità da cogliere al volo e di cui ringrazio il collega Mini per il lavoro fatto per ottenerla".
Emma Donnini sindaco di Fucecchio invece ha spiegato: "Noi sindaci saremo a Roma dal ministro per ribadire come il lavoro, quale diritto costituzionale, sia motore essenziale della vita dei nostri cittadini e delle nostre cittadine ai quali dobbiamo stare vicini in questo momento così complesso a livello locale e internazionale. Il governo deve essere capace di stare vicino a territori che per anni hanno mostrato una grande capacità di produrre ricchezza a partire da un materiale di scarto come la pelle, rendendolo un bene di lusso. Oggi quell'eccellenza è in crisi e tutti insieme dobbiamo sostenere il settore, parte pubblica e parte privata, perché solo insieme potremo affrontare la crisi che abbiamo di fronte".
Linda Vanni il sindaco di Montopoli in Val d'Arno che ha accolto come positiva l'idea di 'andare a bussare' alla porta del ministero, ha rimarcato l'importanza della compattezza della politica locale su questi temi per tutelare il reddito delle famiglie e l'economia del territorio dicendo: "Ritengo che sia utile e necessario che i sindaci della zona del Cuoio aprano un dialogo comune con il ministro Urso. Le nostre aziende del settore conciario stanno vivendo un momento difficile e con loro tutto l'indotto, le istituzioni devono poter dare risposte e tempi certi a tutte quelle famiglie che stanno vivendo sulla loro pelle la crisi del conciario. Il primo compito per un sindaco è quello di far bene per il proprio territorio e questo obiettivo ci accomuna tutti al di là delle appartenenze politiche di ognuno. L'invito è a farci promotori tutti insieme delle istanze per gestire la crisi e rilanciare il settore conciario".
Manuela del Grande sindaco di Santa Maria a Monte invece prova a buttare sul tavolo alcune riflessioni che magari poi potrebbero essere valutate nelle sedi opportune per tutelare il territorio e il suoi lavoratori: "In primo luogo – dice Del Grande - ringrazio il ministro per la disponibilità e ritengo che le cause di questa crisi del settore conciario vadano ricercate anche nei tempi passati, perché il Covid è stata una della cause che ha provocato la crisi, poi dopo il Covid sono subentrate anche le guerre che hanno peggiorato la situazione. Ad esempio la Russia che era uno dei maggiori acquirenti ha bloccato tutto il proprio import dalle nostre aziende e noi abbiamo perso una fetta di mercato a cui non interessa più in questo momento venire in Italia a fare gli acquisti. C'è da dire che l'unione europea ha peggiorato la situazione, visto che ha penalizzato il nostro settore attraverso alcune leggi. Bisogna trovare soluzioni strutturali sennò alla fine dopo la cassa integrazione, gli operai perdono il posto di lavori e il sostentamento e gli imprenditori perdono le aziende. Bisogna agire in modo equilibrato tra il sostegno alle imprese e il sostegno ai lavoratori. Magari anche un politica di sgravi 'ad hoc' per chi continua a investire in un momento difficile come questo potrebbe essere un aiuto e un segnale di equità".
Fonte: Ufficio stampa