Torna il pranzo piùantico della Toscana: cittadini-cuochi all’opera nel Santuario di Pietracupa
Il profumo di campagna, l’essenza della terra chiantigiana, i sapori di una volta, veri, naturali, genuini. Tutto, dall’utilizzo delle pentole originali alla realizzazione artigianale della ricetta, come si faceva una volta. Un pranzo approntato da soli uomini che è diventato un rituale collettivo ripetuto da sei secoli con gli stessi segreti e le medesime modalità di preparazione e cottura. Domenica 8 settembre, dalle ore 13, nelle antiche cucine della Fabbriceria di Pietracupa i cittadini di Barberino Tavarnelle saranno messi a tavola al tradizionale Pranzo dei Bifolchi. Ad attenderli un menù corposo, composto da antipasto tipico toscano, penne al ragù ricavato dal macinato battuto a coltello e di carne a pezzi, stracotto con contorno di piselli e fagioli bianchi, cantuccini e vinsanto.
Oggetti, tradizioni, segreti culinari, mai dispersi, conservati nel tempo dalle testimonianze e dall’impegno del volontariato di San Donato in Poggio, tornano alla Fabbriceria di Pietracupa. Carote, cipolla, sedano tagliati rigorosamente a mano, così come la carne, battuta finemente al coltello e a pezzi, cotta sulla brace nei tegami dell’epoca, per farne un ragù dal gusto straordinario che riemerge dalla memoria locale. La sapienza culinaria della squadra di soli uomini che porta avanti con passione e impegno la tradizione del pranzo dei Bifolchi è un vanto per tutto il territorio.
“Dalla cura e dalla preparazione del pranzo - dice il sindaco David Baroncelli- che avviene dalle ore 6 del mattino prendono vita i valori e l’impegno di una comunità che rispetta il passato e si adopera per non disperdere quello che è considerato un patrimonio importantissimo della storia e della cultura religiosa del nostro territorio”. Valori che si trasmettono di generazione in generazione e che almeno 200 persone ogni anno, in due occasioni diverse, a marzo e settembre, si ritrovano per rinnovare il prestigioso appuntamento.
Il pranzo è organizzato dalla Fabbriceria del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Pietracupa, l'ente che gestisce il santuario, presieduto dall’architetto Marco Iodice. Tanti i volontari giovani e adulti che da anni si occupano del pranzo, nel ruolo di cuochi e volontari, come Gianni Biagini, Piero Rodani, Gianni Cini, Germano Semplici, Paolo Melani, Emiliano e Danilo Parti, Giancarlo Lazzeri, Fabrizio Martinelli, Francesco Matteuzzi, Giuseppe Lenzi, Lorenzo Stefanelli, Filippo Sarri.
Quello dei Bifolchi è uno dei pranzi più antichi della Toscana, organizzato negli spazi nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, dove è conservato un celebre affresco attribuito alla scuola Masaccio. “La storia antichissima di un rituale gastronomico si fonde alle abili mani dei cuochi contemporanei – commenta l’assessore alle Tradizioni Popolari Paolo Giuntini - così che rinasce il sugo dello stracotto, cucinato sul fuoco lentamente dai cittadini di San Donato in Poggio, testimoni di una tradizione religiosa che risale al quindicesimo secolo quando si celebrava la Festa dei Bifolchi”.
I bifolchi erano soliti offrire alla Madonna di Pietracupa dell’olio nel mese di marzo e una cestiera di grano a settembre. In cambio ricevevano un lauto pranzo a base di carne. Sulla tavola sfilavano minestra in brodo, bollito di manzo, piatto di carne condito col sugo, quarti di pollo, pane e vino.
Come 500 anni fa, il pranzo dei capoccia è quello che a marzo inaugurerà a San Donato in Poggio la stagione primaverile riempiendo tutto il territorio dei sapori di una volta.
Fonte: Ufficio Stampa ASSOCIATO DEL CHIANTI FIORENTINO