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L'analisi Legambiente: Toscana da codice rosso per abusi edilizi e pesca illegale in zone costiere

Coste e mari toscani sono sempre più minacciati dalle illegalità ambientali. Ciclo illegale del cemento e pesca illegale sono i reati più diffusi anche nella nostra regione che si posiziona in sesta nella classifica delle regioni col maggior numero di illegalità rilevate nelle zone costiere dalle forze di sicurezza e dalle Capitanerie di Porto nel 2023. In Toscana sono stati registrati 1516 reati (nel 2022 erano 1442 reati) rilevati su 62.026 controlli, 1.710 persone denunciate, 113 sequestri, 2935 illeciti amministrativi, 4805 sanzioni amministrative e 4.231.586 euro di sanzioni. Sommando i reati e gli illeciti amministrativi avvenuti in Toscana emerge che sono state compiute 7,4 infrazioni per ogni km di costa regionale (601,1 km). Una densità per nostra fortuna piuttosto bassa, che ci colloca al 12° posto su base nazionale.

Una situazione preoccupante anche a livello nazionale con un’impennata di illeciti in tutta Italia, nel 2023 sono stati 22.956 i reati, +29,7% rispetto al 2022. A scattare questa fotografia è il nuovo report Mare Monstrum 2024 che Legambiente presenta oggi alla vigilia del 14° anniversario dell’uccisione a Pollica (SA) del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità. Le fattispecie analizzate dal report sono: le infrazioni nel ciclo del cemento, la pesca illegale, il mare inquinato dai rifiuti e le violazioni al codice della navigazione.

“La cosa che colpisce di più è la concentrazione della criminalità ambientale sulla costa. Dei 2.318 ecoreati registrati in tutta la Toscana nel 2023, 1.516 riguardano da vicino territori e municipalità che si affacciano a mare, con la provincia di Livorno (e in particolare l’Arcipelago Toscano) assoluta protagonista; – dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – segno che è soprattutto in quelle aree che dobbiamo alzare il livello dei controlli, delle misure di prevenzione e le attività investigative. Quasi tre quarti del fenomeno ecocriminale toscano si concentra, in altri termini, sul comparto costiero. E questo è un fatto rilevante che va studiato, compreso e aggredito nella sua cruda realtà”.

Tra i reati più diffusi in Toscana si segnala quello dell’abuso edilizio, dove la nostra regione si classifica al quinto posto con 794 reati, rilevati su 31.943 controlli effettuati. Questo numero rappresenta il 7,7% dei reati totali con 883 persone denunciate, 38 sequestri, 1671 illeciti amministrativi, 3897 sanzioni per un valore di 2.422.458 euro. Tra i casi più eclatanti di abusivismo costiero c’è da segnalare l’Isola d’Elba, territorio martoriato dalle betoniere illegali, come denuncia da anni il circolo locale di Legambiente. A metà aprile 2024, i finanzieri hanno bussato alla porta del Comune di Capoliveri, sottoponendo a perquisizione i locali, col risultato che diciassette persone sono state raggiunte da un avviso di garanzia per abusivismo edilizio, appunto. Tra loro, tecnici, imprenditori, committenti e anche il vicesindaco, indagato per corruzione, falsità ideologica in concorso e, naturalmente, abusivismo edilizio e paesaggistico. L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Livorno, si è concentrata questa volta su sette immobili in corso di realizzazione situati in alcune delle zone di maggiore pregio della costa. Negli atti della polizia giudiziaria, che ha sequestrato i cantieri, si parla di un Sistema Capoliveri, ovvero di “una strategia allo scopo di consentire lavori edilizi omettendo di attivare controlli”. La vicenda di Capoliveri non sembra un’eccezione, considerato il brulicare di spregiudicate avventure immobiliari e dell’uso smodato di ruspe, utilizzate anche per realizzare accessi privati al mare, senza lo straccio di un permesso, magari in aree protette in altre zone dell’Elba.

Altro tema al centro del report è la pesca illegale: la Toscana si posiziona quinta in classifica (reati in crescita del +14,7%) dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con 6.048 controlli, 320 reati (7,5% del totale) 320 persone denunciate, 10 sequestri effettuati, 427 illeciti amministrativi, 423 sanzioni amministrative per un valore di 583.678 euro. I prodotti ittici sequestrati in Toscana sono stati 24.201 kg totali suddivisi in 20.190 kg di pesce, caviale, salmone, pesce spada, tonno rosso, oloturie, 4.006,2 kg di datteri, crostacei e molluschi e 5 kg di novellame. La prevalenza di questo tipo di infrazioni rispetto ai reati, a dispetto della conclamata gravità della situazione per la maggioranza degli stock ittici, rappresenta una seria spia d’allarme, che dovrebbe far riflettere su come le attuali armi normative siano palesemente spuntate per un’efficace ed efficiente azione di deterrenza, prevenzione e contrasto da parte di forze di polizia, Capitanerie di Porto e magistratura. Ogni km di costa toscana vengono commessi 1,2 reati e illeciti amministrativi legati alla pesca illegale.

La Toscana va meglio per quanto riguarda il mare inquinato dai rifiuti: si classifica decima nella classifica nazionale con 13.754 controlli, 227 reati, 3,6% del totale e 336 persone denunciate, 64 sequestri, 385 illeciti amministrativi, 252 sanzioni amministrative per un valore di 1.211.114, 72 euro. Infine, per quanto riguarda le violazioni del codice della navigazione e della nautica da diporto, la Toscana è sesta dopo la Liguria con 10.281 controlli, 175 reati (8,5% totale), 171 persone denunciate, 1 sequestro effettuato, 452 illeciti amministrativi, 451 sanzioni amministrative per un valore di 14.336 euro.

Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia oggi un pacchetto di dieci proposte che hanno al centro quattro macro temi: 1) la lotta all’abusivismo edilizio, su cui l’associazione ambientalista chiede ad esempio di velocizzare l’abbattimento degli immobili abusivi, anche prevedendo finanziamenti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio; 2) la lotta alla maladepurazione, per uscire dalle onerose procedure d’infrazione dell’Unione europea, investendo sulla realizzazione e/o sull’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, efficientando il trattamento delle acque reflue; 3) il tema della prevenzione dei rifiuti dando, ad esempio, piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera più stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa; promuovendo politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti. 4) il contrasto alla pesca illegale, con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci.

Fonte: Ufficio stampa

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