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"Un giorno e sarebbe stata l'ennesima moria", volontari salvano i pesci del Pesa in secca

"Un'altra giornata e saremmo stati a parlare dell'ennesima grande moria di pesci". Così l'assessore Lorenzo Nesi raccont l'intervento effettuato oggi sulla Pesa, ormai quasi in secca totale, per salvare i pesci da una morte sicura. Una decina di volontari di Montelupo, Lastra a Signa e San Vincenzo a Torri, alcuni legati ad Associazioni firmatarie il contratto di fiume hanno portato in salvo 12 secchi stracolmi di fauna ittica spostandoli più a monte.

"La scelta del tempo dell'intervento è stata quasi perfetta - spiega Nesi - stamani al nostro arrivo c'erano già tre grossi cavedani morti per anossia, probabilmente nella notte. Gli altri a galla a boccheggiare. Nella pozza c'è ancora fauna, ma adesso le necessità di ossigeno sono assai inferiori. Nei prossimi giorni, salvo piogge, potremo intervenire per fare il resto. Lo stesso a Molino di Turbone e dov'era il 'rifiuto' del Molino di San Paolo".

L'assessore inteviene quindi sulla ormai nota questione del 'Pozzo n.10', il progetto di un nuovo pozzo che Acque spa ha chiesto, e il Comune di Montelupo ha fermamente rifiutato proprio perché andrebbe a peggiorare un situazione già difficile, che vede il torrente Pesa in secca per almeno 3 mesi l'anno: "Col pozzo 10 "non cambia niente" vuol dire proprio questo. Vuol dire continuare a veder morire ogni anno, ogni estate il fiume. Vuol dire vedere i volontari sudati marci che sì sorridono dopo aver trascorso ore nella melma puzzolente, felici per aver salvato dalla morte degli esseri viventi. Ma sono persone disperate per quanti ne hanno visti morire e per non poter osservare un cambiamento di rotta nell'approccio agli ecosistemi fluviali come prescritto dall'articolo 9 della Costituzione. I prossimi saremo noi ad andare in sofferenza d'ossigeno e speriamo, speriamo ci sia qualcuno a salvarci, come è successo a cavedani, barbi tiberini, ghiozzi di ruscello, cobiti stamani. Qualcuno ad aiutarci a migrare dove ci saranno ancora temperature adatte alla vita dell'uomo. Di acqua non ce n'è più e noi continuiamo a suonare quel motivetto tranquillizzante, come l'orchestrina del Titanic col pezzo di iceberg che ha già squarciato la chiglia del piroscafo. Il pozzo 10 vuol dire continuare a nascondere la testa sotto la sabbia e perseverare nel danno ambientale, paesaggistico e sul microclima estivo dei centri abitati affacciati sul torrente, come se di acqua ce ne fosse ancora. Facendo finta di niente. "Io la pago e ne faccio quello che voglio!", quante volte l'abbiamo sentito dire".



"La posizione di Montelupo è ferma e faremo tutto il possibile, in ogni sede, per riportare acqua nel torrente Pesa anche in estate, smettendo di spostare i pesci coi secchi, ma passando le estati, camminando sulle sue sponde ombreggiate, ascoltando il rumore dell'acqua nei tonfi, facendoci il picnic e il bagno. Tornando a godere di una Montelupo col suo bel torrente che lambisce il castello, come facevano i Frescobaldi, gli Ambrogi, i Medici, i Lorena quando passavano sul ponte della via maestra Pisana. Il motivo che fece scegliere alla Repubblica fiorentina proprio quell'angolo di terreno posto dra Arno e Pesa per erigere le mura della nuova città", conclude Nesi.

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