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Non solo Empoli: la questione stadio tiene banco per le squadre toscane

A pochi giorni dal via ufficiale dei campionati di calcio professionistici, la questione stadio tiene banco un po' dappertutto. Empoli è il caso più recente, dato che neppure un mese fa la società di Fabrizio Corsi ha presentato il progetto di riqualificazione del Castellani e in città se ne parla eccome. Però sono molte le squadre toscane che hanno voglia, o bisogno, di un nuovo impianto.

Rimanendo in Serie A c'è la Fiorentina, la cui questione stadio può ricordare la toscanissima "novella dello stento". Già più di dieci anni fa venne presentato il primo progetto, venne individuata l'area e la Fiorentina sembrava addirittura pioniera in Serie A. Poi è cambiato tutto, non si è mossa neppure una virgola e si è arrivati non solo a una nuova proprietà - cioè Commisso - ma a una rottura tra il club e il Comune per lo stadio. Commisso voleva farne uno nuovo, ha creato a Bagno a Ripoli il Viola Park, ma poi il Comune ha deciso di rifare il Franchi con fondi europei: fatto sta che mentre il club ha inviato una diffida al Comune, al Franchi da qualche mese sono partiti i lavori e la squadra giocherà con le gru nelle curve.

Scendiamo in Serie B. Un caso particolare è quello della Carrarese, che gioca allo Stadio dei Marmi ma le prime in casa in B 2024-25 le farà all'Arena Garibaldi di Pisa per i lavori a Carrara. E qui si passa allo stadio pisano, un altro grande punto interrogativo. Fino a pochi anni fa sembrava prender piede l'ipotesi di costruire un nuovo impianto, un'ipotesi ventilata ma mai presa seriamente in considerazione. Attualmente il problema riguarda l'Arena Garibaldi, i tifosi nerazzurri hanno protestato per mesi e anche nell'amichevole di agosto con l'Inter hanno esposto striscioni polemici: stando al Comune sono in corso i lavori per l'ampliamento dei settori popolari e per l'adeguamento sugli aspetti sismici ma c'è comunque maretta, come testimonia la protesta dei fan pisani sotto Palazzo Gambacorti nei giorni scorsi.

Anche a Lucca, per la Lucchese in Serie C, nulla si muove. Le ultime notizie risalgono a primavera 2024: il progetto del nuovo Porta Elisa, presentato tre anni fa, rimarrà solo sui rendering, l'amministrazione ha infatti annunciato che non c'erano condizioni per convocare la conferenza dei servizi e dare l'ok definitivo. Lo stadio "non era sostenibile" e il progetto è fermo, anche se qualcosa potrebbe muoversi di nuovo nel prossimo periodo.

Di inizio 2024, sempre in C, è il restyling presentato dall'Arezzo. La società amaranto ha investito già diverse migliaia di euro per gli studi di fattibilità e sogna un impianto da circa ventotto milioni di euro. I rendering sono già stati mostrati: sarebbero demoliti gli attuali settori tranne la tribuna coperta per poi essere rifatti in modo moderno, la capienza sarebbe da oltre 12mila posti e tutti i seggiolini sarebbero al coperto. Nodi da sciogliere la parte dedicata all'area commerciale (come a Empoli) e alla viabilità. Come per il nuovo Castellani, anche lo stadio di Arezzo eliminerebbe la pista di atletica.

Ancora in C qualche piccola modifica è stata annunciata a giugno 2024 al Mannucci di Pontedera, dove per ora non è mai decollata l'ipotesi di una riqualificazione o addirittura di un nuovo stadio. Poi c'è la Pianese, che gioca nel piccolo stadio di Piancastagnaio ai piedi dell'Amiata: nell'ultima stagione di C i bianconeri giocarono allo Zecchini di Grosseto ma per il 2024-25 non ci sono ancora state indicazioni in merito.

Difficile invece vedere nuovi progetti per le altre società di C o che stanno più in basso. Il Livorno sogna in grande ma sul Picchi è ancora tutto fermo. Il Siena anni addietro, ai tempi d'oro di Monte dei Paschi, presentò un progetto avveniristico con uno stadio interrato nelle Crete senesi ma è rimasto un sogno e nulla più. La Pistoiese viene dalla peggior stagione della sua storia e lo stadio non è una questione principale attualmente. Per il Prato si era parlato di una riqulificazione tempo fa. Poi però in molte delle città nominate ci sono state le elezioni e promesse su promesse, la solita storia.

Quel che è certo è che la Toscana ha bisogno di stadi al passo coi tempi. Vale la pena dire che non è un problema solo toscano, è una grana che colpisce tutta l'Italia: gli stadi sono vecchi, inadeguati e brutti, se il calcio vuole continuare a crescere, e deve farlo,-  le Olimpiadi recenti hanno mostrato come gli altri sport meritatamente attirino il grande pubblico - allora deve passare per forza da impianti all'altezza.

Ciò non toglie che siano altrettanto doverose le valutazioni sull'impatto di tali impianti sul tessuto socio-economico e sull'ambiente, il corretto equilibrio tra finalità sportive e commerciali. Il punto, quindi, non sembra essere tanto se sia necessario o meno dotare le nostre città e le nostre società sportive di nuovi impianti all'avanguardia, cosa che sembra ovvia anche solo a parlarne, ma di mettere sul campo garanzie, regole e strategie per affrontare tutti questi temi. Serve un ripensamento dell'intero sistema-calcio che permetta al settore di svilupparsi e contribuire alla crescita del Paese senza logiche depredatorie, fornendo gli strumenti alle società per crescere e investire in questo settore senza penalizzare questa o quella parte.

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