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Crisi del conciario, Giannoni e Mini: "Il Governo intende aiutarci, Regione e centrosinistra non lo sappiamo"

foto di archivio

Per i sindaci di Santa Croce sull'Arno e Castelfranco di Sotto, Roberto Giannoni e Fabio Mini, la crisi del conciario non potrà essere risolta da un "decreto miracolo" ma da interventi rivolti alle imprese, quali la rimodulazione dei prestiti bancari e una facilitazione per il ricorso agli ammortizzatori sociali. Attaccano quindi il centrosinistra, a loro dire colpevole di politiche decennali incapaci di sostenere il comparto, e lo invitano a "lasciare le ideologie e gli interessi di partito un passo indietro" per "lavorare tutti di concerto", assicurando che l'attuale Governo ha la volontà di fare i passi necessari.

“La crisi che il Distretto conciario sta vivendo - si legge in una nota firmata dai due primi cittadini - ha radici che vanno ben oltre i due mesi di mandato amministrativo appena iniziati nel comune di Santa Croce sull'Arno e di Castelfranco di Sotto. Stiamo vivendo una crisi globale che non coinvolge solo il nostro settore o il settore moda in generale, bensì tutti i settori economici e ritenere che questo momento possa essere superato con un decreto miracolo è una promessa che un governo serio non può fare. Può invece promettere sostegno alle nostre imprese in difficoltà attraverso la rimodulazione dei prestiti bancari e garantire alle imprese del settore l’utilizzo a pieno delle risorse per gli ammortizzatori sociali".

"Questo il governo centrale lo ha fatto - assicurano Giannoni e Mini -, e lo ha confermato il 6 di agosto al Tavolo della Moda a Roma, dove erano presenti tutte le associazioni di categoria come SMI (Sistema moda Italia), Camera nazionale della moda italiana, Altagamma, Confindustria Moda, Federmoda e sindacati con il ministro Adolfo Urso, che ha inoltre confermato insieme al ministro Giancarlo Giorgetti, a riguardo dei crediti R&S (ricerca e sviluppo), che intende inserire e realizzare entro il 30 ottobre una norma che consenta lo stralcio e la sanatoria di questa situazione che ha messo in difficoltà molte imprese del settore. Questo è un primo passo che ci permetterà di affrontare il rientro dalle chiusure estive, ma che sarà propedeutico ad una linea di lavoro comune nell’affrontare questo momento veramente complesso per il nostro settore".

Giannoni e Mini puntano quindi il dito contro gli stessi imprenditori e, soprattutto, contro la classe politica che ha governato il territorio negli ultimi decenni. "La congiuntura che stiamo vivendo - scrivono -, forse in piccola parte si è creata per alcune scelte imprenditoriali di corto respiro, ma sopratutto si è creata perché la politica negli anni precedenti non ha saputo supportare l'imprenditoria e l'occupazione, non ha saputo dare quell'indirizzo che le compete al territorio. Troppo facile da parte di un certa sinistra, oggi battersi il petto per gli operai e per i lavoratori in genere, quando per anni e forse decenni ha fatto politica sulle spalle della classe imprenditoriale, approfittando di una 'pax sociale', che trovava le sue radici solo nell'impegno delle aziende e di chi, accollandosi i rischi imprenditoriale, garantiva benessere".

Chiara la volontà dei due neo sindaci di non caricarsi di responsabilità che non ritengono proprie, pur assicurando di essersi impegnati da subito a interpellare i "livelli romani della politica" di loro conoscenza.

"Ora - sottolineano - si vorrebbe che in due mesi il nuovo Sindaco di Santa Croce e gli amministratori di centrodestra del territorio, trovassero con un colpo di bacchetta la soluzione ai veri problemi che si sono sedimentati nel tempo e a cui il Distretto, così come è stato concepito dalla politica del centrosinistra, ora che i problemi sono seri, forse non riesce più a dare risposte. Personalmente per responsabilità politica, sociale, personale e istituzionale pochi giorni dopo che ci eravamo insediati, abbiamo partecipato subito al primo tavolo di Distretto della nostra era politica e abbiamo notato che, come è normale che sia, per il momento la trazione politica è rimasta in mano al centrosinistra, non a caso il sindaco di San Miniato, Simone Giglioli ne rimane il presidente. Allora abbiamo cercato di renderci interlocutori con i livelli superiori della politica, la dove per appartenenze di partito e di coalizione era possibile, quindi con il livello nazionale, dove la situazione del nostro distretto produttivo è ben presente, anche se intervenire in tempi celeri, rimane sempre una questione complessa, soprattutto con il periodo feriale alle porte. La volontà politica di sostenere l'economia del Comprensorio del cuoio da parte dei livelli romani della politica c'è, non ci è chiaro altrettanto, visto anche come sono andate la cose negli ultimi anni, dopo che è scoppiata la vicenda Keu, quale sia la reale volontà della Regione di sostenere il nostro Distretto".

"Leggiamo con piacere, non per il fatto in sé, ma per l'interessamento, la preoccupazione dell'assessore regionale Alessandra Nardini e dei sindacati per i livelli occupazionali, ma bisogna ribadirlo, i livelli occupazionali, il reddito dei lavoratori, si tutelano se si tutelano le aziende - concludono Giannoni e Mini -. Crediamo inoltre che strumentalizzare questa situazione per attaccare il governo nazionale e gli amministratori locali di centrodestra, in un momento come questo non sia giusto verso il territorio, né responsabile verso gli imprenditori. Crediamo invece che in questo momento serva una visione più ampia e di grande respiro da parte di tutti, se vogliamo aiutare gli imprenditori a uscire da questa situazione, affinché possano continuare a garantire quella tenuta sociale che contraddistingue da decenni il Comprensorio. Ora più che mai bisogna lasciare le ideologie e gli interessi di partito un passo indietro e lavorare tutti di concerto e con responsabilità per trovare soluzioni, che da un lato arginino l'emergenzialità che il Distretto sta vivendo e dall'altro gettino le basi per un nuovo sviluppo economico del territorio”.

 

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