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Sicurezza sul lavoro, allarme Cgil Toscana: "Il decreto del Governo prende la strada sbagliata"

Con il Decreto 103 del 2024, sono molte le novità introdotte, a cominciare dal principio del “controllo collaborativo” che deve guidare le imprese nello svolgimento corretto delle proprie attività più che produrre sanzioni per chi non è in regola. Per questo motivo vengono stabilite l’impossibilità di procedere in contemporanea a ispezioni diverse sullo stesso operatore, la limitazione delle ipotesi di accessi a sorpresa e la valorizzazione del contraddittorio anche nell’eventuale fase sanzionatoria.

La logica del governo italiano è passare da un sistema attualmente “sanzionatorio” ad un sistema di prevenzione degli illeciti sulla base di una fiducia reciproca che incentiva i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità.

Insomma, mentre i dati sulle morti sul lavoro sono sempre molto alti, anziché rafforzare i controlli o chiedere l'aiuto degli RLS e/o degli RLST, il governo pensa di risolvere il problema tagliando le ispezioni che già sono irrisorie a causa del numero scarso di ispettori.

Il governo pensa che nelle aziende a basso rischio le amministrazioni debbano programmare ed effettuare i controlli ordinari non più di una volta l'anno; ma non solo, perchè Il decreto prevede un periodo di franchigia per chi ha superato positivamente un controllo, con il rafforzamento del rapporto di fiducia reciproca tra Istituzioni e attività economiche che svolgono la loro attività nel rispetto delle norme

Vogliamo fare un esempio eclatante? Anche nella strage di via Mariti a Firenze, vi era stato un sopralluogo qualche giorno prima dell'evento di omicidio, quindi con questa nuova regola nessuno avrebbe più fatto ispezioni.

Ma, al governo, tutto ciò non basta e, per valorizzare la collaborazione e il dialogo tra amministrazioni e imprese, viene introdotto, per alcune fattispecie meno gravi e di carattere formale, una sorta di “diritto all’errore scusabile”: si tratta dell’obbligo della previa diffida, così da consentire agli imprenditori in buona fede di sanare le proprie posizioni, con riferimento a infrazioni che non recano danno all’interesse pubblico, e tornare al pieno rispetto delle regole senza incorrere in sanzioni, che saranno invece aggravate se la diffida non verrà ottemperata dall’operatore.

La Cgil Toscana suona un campanello di allarme e dimostrerà che il governo ha intrapreso la strada sbagliata perchè per fare sicurezza nei luoghi di lavoro ed avere lavori sicuri sotto l'aspetto sanitario, quindi abbattere anche le malattie professionali, serve stare presenti attraverso gli ispettori e gli RLS o RLST e andare a sviscerare tutti gli aspetti riguardanti questo tema.

 

Mirko Lami, Dip. Salute e Sicurezza CGIL Toscana

Paolo Gozzani, segreteria CGIL Toscana

Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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