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Meyer, la denuncia del NurSind: "Orari estenuanti e personale spostato da un reparto all’altro"

Stanno vivendo un agosto difficile gli infermieri che lavorano all’interno dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze. Sono molte le segnalazioni arrivate in questi giorni al NurSind, che raccontano di una situazione particolarmente complessa con turni di lavoro che in alcuni casi superano le 12 ore consecutive. “Come se non bastasse - prosegue la segretaria aziendale Gabriella Diani - viene spesso utilizzato personale non formato e spostato secondo le necessità tra i vari reparti, senza il mantenimento delle specificità e competenze di ogni operatore sanitario ed esponendo di conseguenza i pazienti a un rischio molto elevato”.

Il personale, si spiega dal sindacato delle professioni infermieristiche, è esausto e impegnato quotidianamente in lavoro supplementare (la cosiddetta ‘produttività aggiuntiva’) per consentire lo scorrimento delle liste di attesa in ottemperanza alle direttive della Regione. “Nonostante questa indiscutibile volontà dei lavoratori di andare incontro alle esigenze della direzione - prosegue Diani - l’Azienda continua a pagare a una cifra oraria irrisoria il lavoro degli infermieri quando questi sono costretti a rientrare in reparto nei giorni liberi, le doppie notti o le cosiddette ‘lunghe’ (i turni che uniscono la mattina e il pomeriggio, quindi dalle 7 alle 20). Inoltre troppo spesso il personale di supporto manca o opera su più reparti, in una sorta di ‘gioco delle tre carte’ che mette a rischio ogni giorno la qualità del servizio erogato ai pazienti”.

Inaccettabile, secondo NurSind, la risposta che ogni volta l’Azienda dà a questa gestione del personale. “Ci viene risposto - conclude Diani - che sono costretti a fare così perché d’estate il personale usufruisce degli istituti contrattuali. Come se ferie e congedi parentali fossero una gentile concessione e non un diritto dei lavoratori e, di conseguenza, la responsabilità di questa situazione fosse dei lavoratori. Tutte accuse che non possiamo che rispedire al mittente”.

Fonte: Ufficio Stampa

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