Turismo, Confcommercio: "La Toscana non ha bisogno di numeri chiusi"
Dopo il difficile biennio 2020-2021 causato dalla pandemia, il 2023 ha consolidato la ripresa iniziata nel 2022 attestandosi sulla soglia dei 52 milioni di pernottamenti effettuati nel 2019 pre-Covid.
Per il presidente di Confturismo-Confcommercio Toscana Daniele Barbetti “In Toscana il turismo è un settore che ha ormai acquisito la piena dignità di rilevanza economica rispetto a tutti gli altri settori. Concordiamo con quanto dichiarato dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: non servono numeri chiusi, è sbagliato parlare di ‘overtourism’, anzi, dobbiamo lavorare per consolidare il primato della Toscana come regione leader del turismo italiano”
Il rapporto dell’Irpet - l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana - sul turismo 2023/2024 in Toscana presentato ieri -mercoledì 31 luglio 2024- a palazzo Strozzi Sacrati a Firenze offre un quadro positivo del settore, nel quale tuttavia non mancano, oltre alle clamorose luci, anche alcune ombre.
A trainare la crescita turistica nella regione (+3,5% rispetto al 2019; +17,6 rispetto al 2022) sono i turisti stranieri, in testa europei e nord America (+37,8% sul 2022), mentre a frenare la crescita sono la lentezza della ripresa degli arrivi dall’Asia e la sostanziale scomparsa del mercato russo fortemente influenzato dalle dinamiche geopolitiche.
Pesante anche il dato del turismo domestico, che già nel 2023 è in sostanziale stallo, ma che nel primo periodo 2024 accentua ulteriormente il calo a causa dell’aumento del costo della vita e degli effetti dell’inflazione.
“Il tasso di internazionalizzazione delle destinazioni turistiche toscane è estremamente variabile -ha sottolineato Daniele Barbetti nel suo intervento- e quelle che dipendono principalmente dal mercato nazionale mostrano una capacità di resistenza minore. Per questo, occorrono interventi e strategie volti a rendere le destinazioni accessibili e consapevoli del proprio potenziale di attrattività internazionale. Bisogna lavorare partendo dalle specificità delle singole destinazioni, tenendo sempre presente che la Toscana è una regione turisticamente complessa, che ha bisogno di politiche articolate, capaci di adattarsi a questa complessità”.
La ripresa del turismo in Toscana è robusta, ma selettiva. Crescono le nuove forme di ricettività extralberghiera (locazioni turistiche, ostelli, b&b) e il segmento degli hotel a 5 stelle, ma arrancano gli hotel a 1 e 2 stelle. “Il miglioramento dell’offerta turistica -prosegue il presidente di Confturismo Confcommercio Toscana - è legato agli investimenti delle imprese, che devono essere sostenuti da politiche incentivanti la professionalizzazione e l’innovazione. La crescita delle strutture a 5 stelle in Toscana dimostra che qualificando l’offerta si diventa attraenti e competitivi sul piano internazionale”.
Ma non solo. “Dai dati Irpet emerge che dal 2019 al 2023 il settore dei servizi turistici ha prodotto un saldo di oltre 12 mila posti di lavoro, mentre il settore delle locazioni brevi meno di mille, a dimostrazione che solo un sistema effettivo di impresa turistica è in grado di attivare una ricaduta rilevante sul territorio. Anche per questo -prosegue Barbetti- bisogna aumentare la durata media delle presenze turistiche in Toscana, spingendo i visitatori a prolungare il proprio soggiorno appoggiandosi su più destinazioni e lavorando sulla destagionalizzazione. Nel corso della presentazione del rapporto si è molto è parlato del concetto di ‘Toscana diffusa’ anche dal punto di vista turistico, sul quale siamo d’accordo ma che occorre chiarire in maniera puntuale con riferimento al tema della destagionalizzazione”.
Fonte: Confcommercio Toscana - Ufficio Stampa