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Paziente greca salvata a Cisanello con un trapianto di fegato: "Pisa punto di riferimento internazionale"

A Cisanello, nella notte tra l’11 e il 12 giugno, è stato trapiantato il fegato a una cittadina greca di 45 anni. Era arrivata pochi giorni prima a Pisa con un volo militare perché in patria, dove aveva già subito diversi interventi chirurgici, non potevano offrirle ulteriore assistenza.

Era affetta da una patologia cronica autoimmune, difficilissima da trattare sia per la complessità chirurgica, sia per la necessità di disporre di sangue e plasma verso cui non fosse immunizzata. L’ospedale greco che l’aveva in cura ha contattato vari centri europei e l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana si era resa disponibile. Arrivata a Pisa, un progressivo peggioramento delle sue condizioni aveva costretto a un ricovero in terapia intensiva. Finalmente il trapianto e un decorso operatorio tranquillo: la paziente è ora tornata a casa, e proseguirà i controlli in un ospedale di Atene.

Ovviamente è grande la soddisfazione di Davide Ghinolfi, direttore ff dell’unità operativa Chirurgia epatica e del Trapianto di fegato dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, che sottolinea "come Pisa sia ormai un punto di riferimento anche internazionale per i casi più complessi: capita spesso di accogliere pazienti stranieri. Ciò non è certo di ostacolo alla nostra consueta attività: negli stessi giorni in cui veniva operata la paziente greca sono stati eseguiti altri sette trapianti di fegato; dall’inizio dell’anno sono già 93".

Lunga la lista dei ringraziamenti: Ghinolfi vuole citare "i chirurghi Daniele Pezzati, Roeld Tauzi, Emanuele Balzano, Jessica Bronzoni, Gabriele Catalano, Caterina Martinelli, Giovanni Tincani, Arianna Trizzino, Simona Palladino e Lorenzo Petagna; le epatologhe Paola Carrai e Stefania Petruccelli; gli anestesisti Claudia Pescarissi e Jacopo Belfiore; gli infermieri della sala operatoria del monoblocco, coordinati da Pasqualino De Leo, e del coordinamento Trapianti di fegato, coordinati da Elisa Giannessi. Come sempre – continua Ghinolfi – fondamentale è stato il contributo dell’unità operativa Anestesia e rianimazione dei trapianti, diretta da Giandomenico Biancofiore, e dell’unità operativa Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti, diretta da Alessandro Mazzoni. I trapianti sono possibili solo grazie a un’organizzazione regionale e nazionale: doveroso menzionare il Craot (Centro regionale allocazione organi e tessuti) e l’Ott (Organizzazione toscana trapianti), che hanno gestito in collaborazione con il Cnt (Centro nazionale trapianti) il trasferimento e la gestione dei complessi aspetti burocratici e legali".

Fonte: Aoup - Ufficio stampa

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