"Lavoratori Arpat senza visita di idoneità da maggio": la denuncia della Cgil in Rsu
Molto probabilmente per essere certi che la tutela dell’ambiente e del territorio non venisse svolta con eccessiva precisione e scrupolosità, non essendo sicuri che potesse essere sufficiente lasciare l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana con una dotazione organica assolutamente insufficiente e con una organizzazione aziendale raffazzonata e inefficiente e inefficace da ormai quasi 10 anni, adesso si gioca pensante e si privano i dipendenti dell’Agenzia della sorveglianza sanitaria, obbligo normativo in capo del datore di lavoro ai sensi del art. 18 del D.Lgs 81 del lontano 2008).
Nel momento in cui in tutto il paese di susseguono iniziative per rafforzare la cultura della sicurezza sul lavoro si stenta quasi a credere che proprio un ente pubblico si riduca nelle condizioni di non avere un medico competente ormai da maggio e circa 100 lavoratori (sui 650 circa che ne compongono l’intero organico) con la visita di idoneità scaduta e quindi privi delle garanzie per la propria sicurezza sui luoghi di lavoro.
E si sbaglia a pensare che si tratti di lavoratori che si limitano a svolgere attività di ufficio, per i quali, si potrebbe anche pensare (ma l’errore sarebbe madornale) che il “rischio” talmente ridotto da poter anche soprassedere per qualche mese ai controlli normativi previsti.
Si tratta di lavoratori che vanno in altezza a controllare le emissioni dei camini, che vanno nelle cave per controllare e migliorare il loro impatto sull’ambiente, che lavorano nei laboratori chimici e biologici,
che escono in mare per monitorare gli ecosistemi marini …
Ma senza l’attestazione di un medico compente che certifichi che ciascun lavoratore può svolgere le attività che gli sono state assegnate senza correre e incorrere in rischi per la propria salute i lavoratori
devono fermarsi: oggi sono 100, domani, in mancanza di una soluzione al problema potranno solo aumentare, con buona pace delle attività di controllo e monitoraggio ambientale core business dell’agenzia e, crediamo noi, interesse primario di tutti i cittadini.
Una tale forma di disorganizzazione per non parlare di totale cialtroneria non poteva, secondo noi, passare sotto silenzio: già da tempo in stato di agitazione dopo il tentativo di conciliazione fallito con il prefetto nel settembre 2022, nel silenzio assordane di regione Toscana e della assessora all’ambiente sulle problematiche dell’agenzia, quest’ultima offesa ai lavoratori e alla loro dignità non poteva e doveva passare inosservata. Per questo la componente CGIL della RSU di ARPAT ha inviato una segnalazione alla procura della repubblica di Firenze e alle ASL competenti.
La delegazione CGIL in RSU