Volti clonati e deep-fake: le AI al centro delle attenzioni globali
Ultimamente non si sente parlare d’altro che di intelligenze artificiali. A 18 mesi dal lancio della prima app web gratuita, a cui sono seguite le miriadi di intelligenze generative per immagini, video e persino grafiche cartacee, il mondo appare già completamente “cambiato”. Le AI sono entrate a far parte dell’uso quotidiano delle persone e questo, certamente, ha comportato cambiamenti profondi in lassi di tempo molto ristretti.
A parlarne è ExpressVPN in un articolo in cui si analizzano le implicazioni delle AI generative in grado di creare volti da zero, talmente realistici da renderne molto difficile la distinzione con uno vero. Se, in un primo momento, tale funzionalità ha sollevato la curiosità e l’entusiasmo delle persone, ben presto sono arrivate anche le “perplessità”.
Le AI, oggi, permettono di duplicare fedelmente un volto, il che significa che le possibilità di furto di identità, e le ulteriori aggravanti, sono diventate una realtà con cui cittadini e istituzioni devono iniziare a fare i conti. L’effetto “Dopplegangers”, così come è stato chiamato tale fenomeno, è solo una delle altre possibili problematiche emerse e di cui è importante prendere consapevolezza per proteggersi.
Cambiare il modo in cui forniamo dati alle AI
La crescente presenza delle intelligenze artificiali nella nostra vita quotidiana impone una riflessione su come forniamo i nostri dati. Ogni volta che interagiamo con un dispositivo intelligente, consapevolmente o meno, lasciamo tracce digitali che possono essere raccolte e analizzate.
Questo solleva importanti questioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati. È fondamentale che gli utenti diventino più consapevoli delle informazioni che condividono online e dei permessi che concedono alle applicazioni. Solo attraverso una maggiore attenzione e una regolamentazione adeguata possiamo garantire che i nostri dati siano utilizzati in modo responsabile e sicuro.
Proteggere la navigazione: VPN più potenti e aggiornate
Con l'aumento delle minacce digitali e delle tecniche di hacking sempre più sofisticate, proteggere la propria navigazione online è diventata un’esigenza comune e sempre più sentita.
Tra le soluzioni più in voga per proteggere le reti private virtuali ci sono le VPN, grazie alle quali gli utenti possono criptare il proprio traffico internet, rendendo molto più difficile per i malintenzionati intercettare e rubare informazioni sensibili.
Oltre alla protezione delle reti e dei dispositivi con i quali utilizziamo le AI è importante proteggere le persone, cioè soggetti che potrebbero non essere in grado di utilizzarle in modo consono.
Informarsi e tenersi aggiornati, a tutte le età
Il cambiamento che viviamo non è passeggero. A meno di due anni dall’arrivo della prima AI “democratica”, cioè libera e gratuita, è cambiato il modo in cui gli utenti effettuano ricerche online o si informano. Questo, secondo Bill Gates, si traduce in un cambiamento del web, dei motori di ricerca e dell’intero mercato degli eCommerce.
Il suo pensiero, condiviso in uno dei blog post più letti al mondo, è tornato a far parlare di sé proprio in occasione del rilascio di Gemini, l’AI di Google precedentemente nota come Bard. In parole semplici secondo gli esperti di AI vertiamo verso un mondo fatto di “agenti”, cioè maggiordomi e assistenti virtuali che navigheranno in rete e cercheranno informazioni per noi.
Informarsi e tenersi aggiornati sul tema è importante per capire un argomento di per sé difficile da comprendere, anche per gli addetti ai lavori. Senza informarsi, tuttavia, il rischio è di non conoscerne i rischi e cadere nelle trappole della rete con maggior facilità.
Il deepfake: credere a tutto ciò che vediamo?
Di questi tempi il web ci pone dinanzi a numerose “piccole” sfide quotidiane, come la circolazione di informazioni false sempre più difficili da smascherare. Tra queste, il fenomeno del deepfake rappresenta una delle minacce più insidiose. I deepfake, video creati utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per sovrapporre volti e alterare discorsi, hanno raggiunto un livello di realismo tale da confondere anche gli osservatori più attenti.
La capacità di creare contenuti falsi che sembrano autentici solleva gravi preoccupazioni etiche e sociali. Per questo motivo, è fondamentale sviluppare strumenti e metodologie per identificare e contrastare i deepfake, educando il pubblico a non fidarsi ciecamente di tutto ciò che vede online.
Oltretutto i contenuti fake sono già da tempo nel mirino di piattaforme social e motori di ricerca. Negli ultimi anni gli algoritmi che governano la rete sono schierati nel contrastare la diffusione di contenuti inaffidabili o pericolosi e ad ascoltare e valutare prontamente le segnalazioni degli stessi utenti.