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Lieve calo per le imprese attive nell'Empolese Valdelsa: in difficoltà l'artigianato

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/activedia-665768/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=768215">Okan Caliskan</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=768215">Pixabay</a>

Sono 16.285 le imprese attive nell'Empolese Valdelsa, in calo dello 0,4% rispetto all'anno scorso, una diminuzione in linea con quella della Città Metropolitana. I settori trainanti sono commercio e pubblici esercizi (29%), servizi (27,9%), manifatturiero (17,7%), costruzioni (14,6%) e agricoltura (10,6%). Le imprese guidate da stranieri rappresentano il 18,5% del totale, mentre quelle giovanili sono il 6,9% e quelle femminili il 24,7%, oltre due punti percentuali sopra la media provinciale. L'artigianato ha perso l'1,4% delle imprese nell'ultimo anno, un calo più marcato rispetto alla media provinciale (-0,8%) e particolarmente accentuato nell'area urbana empolese (-2%). I settori più consistenti nell'artigianato sono edilizia (36%), manifatturiero e servizi (entrambi 31%).

I dati sono stati diffusi da CNA Empolese Valdelsa elaborando quelli del primo trimestre 2024 resi noti da Camera di Commercio di Firenze.

"Sebbene il calo dello 0,4% possa sembrare modesto, è un segnale che non possiamo ignorare. A preoccuparci maggiormente è la diminuzione marcata delle imprese artigiane. Questo ci impone di riflettere e di intervenire con misure mirate per sostenere e rilanciare l'artigianato, un settore cruciale per la nostra identità e il nostro tessuto economico," commenta Fabio Bianchi, presidente di CNA Empolese Valdelsa.

Alberta Bagnoli, presidente di CNA Impresa Donna e imprenditrice empolese, sottolinea la forte incidenza delle imprese femminili: "Nonostante la perdita annuale dello 0,7% delle aziende, l'imprenditoria femminile empolese è molto più diffusa che nel resto della Metrocittà. Questo indica che sul territorio esistono servizi di welfare più efficaci a sostegno delle imprenditrici, dalla consistente offerta di scuole di ogni ordine e grado ai servizi del doposcuola. Tuttavia, occorre ancora più welfare, così come agevolazioni fiscali e sgravi."

CNA sollecita le amministrazioni comunali a intervenire per sostenere il tessuto imprenditoriale, proponendo l'ammodernamento delle aree industriali e artigianali, spesso trascurate. Si tratta di aree fondamentali per l'economia locale che devono essere adeguate alle esigenze del XXI secolo, soprattutto per la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili. CNA chiede anche la semplificazione burocratica e la razionalizzazione della tassazione, proponendo l'allineamento di tasse e oneri tra i diversi comuni e maggiore cooperazione per ridurre i disagi e i costi causati dalla burocrazia. I mancati interventi in materia di burocrazia e fiscalità scoraggiano il desiderio di fare impresa, oltre che ostacolare l’attività delle aziende già in essere. Inoltre, CNA evidenzia l'importanza di proteggere il lavoro come parte del patrimonio culturale ed economico. In un contesto in cui le imprese giovanili diminuiscono e il reperimento di personale risulta sempre più difficile, è essenziale favorire la collaborazione tra scuola e impresa. “L’alta professionalità e il Made in Italy sono tra i valori che ci consentono di competere nella crisi economica internazionale: formare i lavoratori di domani non può essere una responsabilità ed un costo a carico delle sole imprese che invece devono essere sostenute in ciò, anche economicamente” sottolinea Bianchi. Le amministrazioni pubbliche sono quindi chiamate a facilitare l’attività formativa e a prevedere incentivi fiscali e agevolazioni per sostenere l'avvio di nuove attività e la preservazione delle aziende a rischio, oltre a definire strategie per favorire l'integrazione dei lavoratori stranieri nella realtà economica locale. Cruciale anche migliorare l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici.

Fonte: Cna - Ufficio stampa

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