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Prostitute in appartamenti a Cascina e Castelfranco: tre arresti dei carabinieri

Sfruttamento della prostituzione tra Navacchio, Cascina e Castelfranco di Sotto: l'indagine Oriente dei carabinieri ha portato a 3 misure cautelari e al sequestro di due immobili.

A due uomini cascinesi è stata applicata la custodia cautelare agli arresti domiciliari, mentre per una donna cinese la custodia in carcere.

I militari dalla primavera dello scorso anno avevano notato che in un appartamento lungo la Tosco Romagnola a Cascina c'era un viavai di uomini che poi ha permesso di confermare giungevano per compiere atti sessuali a pagamento. Le ragazze erano straniere ma il proprietario era un uomo di zona, noto nella comunità.

A settembre 2023 i primi accertamenti con il Norm della compagnia di Pontedera, che ha mostrato che anche in un altro appartamento di proprietà della stessa persona, a Castelfranco di Sotto, risiedevano prostitute, la maggior parte di origine orientali.

I servizi delle due case erano ampiamente pubblicizzati su numerosi e dedicati siti Internet. Gli annunci online erano assolutamente espliciti, con l’offerta di prestazioni erotiche e sessuali ad opera di giovani ragazze asiatiche raggiungibili attraverso utenze telefoniche anch’esse pubblicate negli annunci.

Sono state poste collocate telecamere per la videosorveglianza esterna delle case, in particolare dei loro ingressi, che documentavano senza dubbio alcuno il notevole afflusso di clienti, tutti
uomini, che vi accedevano ad ogni ora della giornata e in tutti i giorni della settimana.

Sono state poi avviate numerose intercettazioni telefoniche delle utenze pubblicizzate in Internet e in uso alle ragazze e delle utenze del cascinese proprietario dei due immobili ove si esercitava la prostituzione.

Erano emerse, oltre al proprietario dei due immobili, due figure di spicco: una donna cinese risultata poi essere la tenutaria della casa di Cascina e un altro cascinese che la aiutava. Anche le utenze telefoniche di questi due ultimi attori erano sottoposte a intercettazioni.

Dopo circa cinque mesi di serrata attività investigativa, con anche la visione e analisi di migliaia di ore di video sorveglianza, ecco il definitivo quadro investigativo.
1) un cascinese, responsabile anche di sfruttamento della prostituzione, proprietario dei due immobili ove veniva esercitata la prostituzione, era ben consapevole dell’attività illecita
condotta nelle sue proprietà. Gli immobili erano ufficialmente locati, con regolare contratto, ma a personaggi estranei all’attività illecita, a prezzi di mercato (500 – 600 euro al mese) assolutamente irrisori rispetto agli importanti introiti derivanti dalla prostituzione, come successivamente indicato. L’uomo - che aveva anche il compito di valutare le ragazze e di rispondere a quei clienti che si rivolgevano a lui per sapere se erano arrivate nuove ragazze, in alcuni casi fruiva di sconti nelle prestazioni. In alcune occasioni si era prestato ad accompagnare alcune ragazze nuove arrivate per raggiungere la casa, oppure dava manforte alla tenutaria quando qualche cliente era troppo effervescente;

2) la donna cinese, risultata essere la capofila nella gestione delle utenze cellulari dedicate ai contatti con i clienti, prendeva gli appuntamenti e concordava con il potenziale cliente il costo e il tipo di prestazione sessuale che, poi, demandava alle ragazze che in quel momento esercitavano nell’appartamento. Lei decideva la permanenza o meno presso la casa delle ragazze e si occupava di tenere i contatti con il primo indagato e provvede al pagamento della locazione degli immobili;

3) il secondo cascinese è emerso come collaboratore della tenutaria che coadiuvava per ogni esigenza, soprattutto di tipo logistico e quindi teso a favorire la prostituzione. Spesso l’uomo, da solo o con la donna, si recava ad acquistare alimenti o materiali necessari alla conduzione della casa, in un caso acquistando addirittura 400 profilattici in un sol colpo. Pubblicizzava inoltre l’attività con i propri conoscenti, attraverso le descrizioni fisiche delle ragazze e mettendosi a disposizione per accompagnare i clienti;

4) le ragazze risultavano tutte di origini cinesi, giovani e, perlopiù, provenienti dal Nord Italia, in particolare dall’area metropolitana di Milano. Mediamente una ragazza esercitava nella casa per 10 massimo 15 giorni, se gradita, dopodiché veniva sostituita in modo da mantenere alta l’attenzione dei clienti abituali sempre alla triste ricerca di “novità”;

5) i clienti delle due case erano sempre e solo uomini, di qualsiasi età. Sono stati contati, mediamente, 15 clienti al giorno per ogni singola casa. Basti pensare che le utenze intercettate in uso alle ragazze hanno registrato, in media, tra le 1.500/2.000 chiamate al mese in entrata ad opera di potenziali clienti. Il costo medio di una prestazione sessuale è risultato essere di 50,00 Euro, con prestazioni “minimali” o scontate per i clienti “affezionati” fino ad un minimo di 30 Euro oppure, per richieste particolari, con costi fino a 100,00 Euro o talvolta cifre superiori. Il giro di affari delle due case, sulla base dei parametri sopra indicati, è stato stimato in circa 45.000 Euro al mese.

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