Sistemi sanitari a confronto, la lente del Sant’Anna di Pisa sulle Regioni della rete italiana
Riflettori puntati sulla qualità e sicurezza delle cure, sulle degenze medie in ospedale in rapporto alla prestazioni erogate, sulla gestione del personale, la digitalizzazione delle prescrizioni e la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e domiciliare, ma anche sui costi della sanità nel 2023. La porzione d’Italia messa sotto osservazione è quella della rete a cui hanno aderito, su base volontaria, dieci regioni e due province autonome (Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria, Trentino e Alto Adige) e oltre duecento sono gli indicatori messi a confronto. Il punto l’ha fatto il Laboratorio Mes della Scuola San’Anna a Pisa nel corso di un convegno a Firenze.
“Siamo primi nella continuità assistenziale: significa che il nostro sistema è ben organizzato” commenta il presidente della Toscana Eugenio Giani. “ Nella stragrande maggioranza degli indicatori – aggiunge – ci troviamo inoltre ai vertici nazionali per la qualità delle cure offerte: la nostra oncologia e chirurgia ne esce da leone. Del resto avevamo avuto riconoscimenti nazionali anche da parte di Agenas in tempi recenti".
L’assessore al diritto alla salute della Regione Simone Bezzini apprezza il metodo. “I processi di valutazione comparati sono una grandissima risorsa – commenta -. Per migliorarci ed evolvere dobbiamo tenere conto dell’andamento degli indicatori e dell’analisi dei fattori che determinano le performance dei sistemi sanitari. I dati presentati oggi diventano una bussola per le Regioni che si trovano a dover compiere delle scelte di indirizzo, ma anche per le Asl e tutti gli attori del sistema sanitario pubblico toscano che invito a fare di questi elementi un vero e proprio strumento di lavoro”.
I numeri della Toscana e delle altre regioni
Dall’analisi emergono dati positivi sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale e domiciliare, obiettivo fondamentale del Pnrr: la Toscana al riguardo è seconda subito dopo il Veneto.
Sulla chirurgia oncologica svetta in cima invece a tutte le altre, così come anche per la copertura vaccinale, la donazione di organi e tessuti e l’appropriatezza medica, fortemente connessa al dato sulla degenza media. Insieme alla provincia autonoma di Trento la Toscana si posiziona ai vertici per quanto riguarda le cure palliative, con importanti miglioramenti. Buone anche le performance per gli indicatori di qualità: parti cesarei, fratture del femore e colecistectomia laparoscopica.
L’appropriatezza prescrittiva, ovvero la prescrizione di esami diagnostici (non sempre necessari), rimane invece un ambito sul quale è richiesto un miglioramento: su questo la Regione Toscana ha avviato un lavoro importante. Leggermente sopra alla media delle altre regioni è anche il tasso di accesso al pronto soccorso, come è superiore alla media il numero di cosiddetti ‘eventi maggiori’ nei dodici mesi successivi ad episodi di infarto. Si può migliorare anche sui tassi di ospedalizzazione psichiatrici e nella presa in carico delle cronicità. In Toscana inoltre si registra un alto consumo di antidepressivi.
Nel panorama più generale delle dieci regioni e due province autonome monitorate si segnalano passi in avanti nella percentuale di pazienti ultrasessanticinquenni ricoverati per una frattura del collo del femore ed operati entro due giorni, con maggiori possibilità dunque di recupero. Un sostanziale miglioramento si rileva anche sulla durata delle degenze, frutto anche dei servizi di assistenza intermedia o territoriale erogati. Si riducono infatti in tutte le regioni le ospedalizzazioni oltre trenta giorni, in particolare quelle che riguardano malati cronici.
Tra i punti di debolezza c’è invece l’analisi dei costi non direttamente legati alla quantità dei servizi erogati, aumentati nel corso del 2023: spese per lo più fisse e in alcuni casi comprimibili. L’esempio che viene fatto è quello di siringhe e guanti, su cui si registrano costi in genere relativamente bassi ma dove le variazioni che ci sono da una regione all’altra suggeriscono margini di miglioramento nell’utilizzo di questi materiali.
Sul personale crescono le assenze, ma aumenta l’equità di genere nelle posizioni apicali. Stabile appare la digitalizzazione delle prescrizioni sanitarie: l’uso però del fascicolo sanitario elettronico da parte di medici e cittadini varia significativamente da regione a regione.