Abc, al Palabetti il raduno di quelli del '64
Ritrovarsi nel campo in cui hanno scritto tante, bellissime pagine della storia gialloblu ricordando le imprese che hanno contraddistinto la loro avventura sul parquet. E’ quello che ha fatto il famoso gruppo del ’64, uno dei più iconici negli annali castellani, che questa sera si è dato di nuovo appuntamento al PalaBetti per una rimpatriata cestistica e goliardica. Una squadra che, insieme dal minibasket e per tutto il percorso del settore giovanile, ha collezionato tre partecipazioni alle finali nazionali conquistando due medaglie d’argento (categorie Propaganda e Ragazzi) e un 5° posto (categoria Allievi), oltre a sfornare giocatori di lusso per la prima squadra.
Guidata da coach Fausto Marconcini, i cui insegnamenti hanno segnato quegli anni sia dentro che fuori dal campo, la squadra era composta da Daniele Lazzeretti, Fabio Salvestrini, Roberto Vanni, Mauro Piampiani, Stefano Bonfanti, Massimo Lazzeri, Enrico Voli, Gianni Bonelli, Carlo Gozzi, Andrea Alverini, Roberto Lepri, Massimiliano Barucci, Stefano Tamburini e Paolo Manetti.
“Ci conoscevano come quelli del ’64. Un vero caso trovarsi tutti insieme a giocare a minibasket. (…) Allora la pallacanestro era diversa, il settore giovanile dell’Abc stava trovando linfa vitale proprio in quegli anni. La nostra squadra seguiva un piano di allenamenti che faceva invidia ad una squadra di ottimo livello oggi. E cosa dire della nostra palestra, la ex GIL, così alta e tremendamente stretta, fredda, scivolosa ma ringraziavamo il cielo di averla quella palestra. La passione per la pallacanestro ci era entrata dentro. Mettevamo da parte i soldi della paghetta per comprarci le All Star alte di tela, e per le gare quelle in pelle, vero sogno di tutti noi. I palloni erano lisci, non avevano neppure un solco. Facevamo la corsa a conquistarli visto che i palloni rotondi e lisci erano pochi, neanche uno a testa. Ma andava bene così. (…) Imparammo la disciplina, il rigore, il saper stringere i denti nei momenti difficili. Imparammo ad essere amici, a crescere anche fuori dalla palestra, tanto da condividere lunghe vacanze estive. Le finali nazionali prima a Viterbo e l’anno successivo a Senigallia ci portarono a giocare la bellezza di 150 partite in due anni. (…) I tornei giovanili non esistevano, i clinic nessuno sapeva cosa fossero, compravamo i libri di Gamba, Dan Peterson e molti altri per sapere, conoscere, imparare. (…) Quegli anni ci hanno marchiato a fuoco, spesso quando ci incontriamo parliamo ancora di quei momenti. La passione per questo sport ci fa sentire leggeri, consapevoli che esiste la bellezza. Cambia il modo di giocare la pallacanestro ma il basket non cambia”.
[lettera di Carlo Gozzi tratta da “40 anni di basket insieme, una storia lunga 61 anni”, 2006]
Fonte: Abc - Ufficio stampa