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Alla Fondazione I Care di Fucecchio l'evento 'Preparare la pace disarmando la guerra'

Con l’evento “PREPARARE LA PACE DISARMANDO LA GUERRA” che si terrà venerdì 31 maggio alle ore 17:00 presso la Fondazione I Care a Fucecchio, il Comitato Diritti Umani del Valdarno Inferiore prosegue il suo impegno per un nuovo umanesimo, iniziato nel 2019 con la marcia Fucecchio-San Miniato per San Romano. L’evento mira a porre l’attenzione sulla produzione di armamenti, un tema particolarmente urgente dal momento che ad oggi risultano attive 13 mila testate nucleari (per distruggere il pianeta ne sarebbero sufficienti 50) e una quantità smisurata di armi tattiche fra missili, aerei, carri armati, droni, ecc.

Dopo gli anni della guerra fredda e il disarmo iniziato unilateralmente dall’Unione Sovietica di Gorbacev, tutti auspicavamo un futuro di sviluppo e crescita per il pianeta, mentre oggi abbiamo dismesso gli strumenti diplomatici e iniziato nuovamente una corsa verso la supremazia militare, attraverso una produzione sconsiderata di armamenti sempre più sofisticati e distruttivi, mentre quelli obsoleti vengono smerciati, alimentando guerre locali nei Paesi poveri. Un numero crescente di Paesi si è dotato di armi nucleari al punto che le industrie belliche sono ormai le più quotate in borsa. La produzione bellica è in forte aumento: USA, Cina, Russia, India, Arabia Saudita, Regno Unito, Germania, Ucraina, Francia, Giappone sono gli Stati che maggiormente investono in questo settore e a beneficiarne sono le grandi industrie di armamenti, compresa l’italiana “Leonardo” che ha prodotto mine antiuomo studiate per provocare mutilati e morti anche a guerra finita, la cui produzione, per fortuna, oggi è cessata. La Legge 185/90 sull’export di armi italiane, che garantisce il controllo del Parlamento e dei cittadini sul tipo specifico di armi che vengono esportate ai vari Paesi e sui loro finanziatori, è oggi a grave rischio, sottoposta ad un tentativo di modifica da parte dell’attuale governo.

Le modifiche proposte mirano, infatti, a nascondere le “banche armate”, ovvero quelle che finanziano la produzione e l’export di armi. Cancellare questo presidio a tutela dei principi sanciti dalla nostra Costituzione rappresenta un grave impedimento alla trasparenza e conoscenza dei cittadini, oltre che un’inversione di tendenza degli indirizzi dell’Europa che vuole cittadini sempre più consapevoli delle loro scelte. La Legge 185/90 è una legge all’avanguardia per la tutela dei diritti dei cittadini e non ha senso cancellarla adesso che anche l’Europa si sta muovendo per una maggiore trasparenza sull’operato delle banche. La produzione di armi drena risorse ai servizi essenziali, quali la sanità, la scuola, la tutela ambientale: investimenti che dovrebbero essere indirizzati a proteggere il pianeta dai cambiamenti climatici, arrecano, invece, sempre maggiori disastri e carestie con bibliche migrazioni che nessuno riuscirà mai a fermare.

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