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Mense scolastiche, 88 euro il costo medio al mese per le famiglie toscane

I dati della VII Indagine di Cittadinanzattiva: per la primaria si spende di più a Livorno, oltre 6 euro a pasto contro i 2,75 euro di Prato, capoluogo toscano meno costoso

87 e 88 euro al mese: è quanto una famiglia toscana ha speso in media nell’anno scolastico in corso per la mensa di un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia e primaria, rispetto agli 85 euro della media nazionale. La regione più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre la più economica è la Sardegna (58€ nell’infanzia e 62€ per la primaria).

L’incremento a livello nazionale rispetto alla precedente indagine, riferita al 2022/23, è stato di oltre il 3%, ma le variazioni sono molto differenti fra i territori: in Calabria si registra un aumento di oltre il 26%, mentre in Umbria la riduzione più evidente di circa il 9%. In Toscana si registra una diminuzione di circa il 3%.

A livello di singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto (2€ sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60€ a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40€). A Prato il pasto meno costoso fra i capoluoghi toscani: appena 2,75€.

Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a pasto per la famiglia “tipo” di circa 2,32€ in entrambe le tipologie di scuola.

Questi i dati che emergono dalla VII Indagine sulle mense scolastiche, con la quale Cittadinanzattiva ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Sul sito web di Cittadinanzattiva sono disponibili tutti i dati dell’indagine. La famiglia di riferimento è composta da tre persone (due genitori e un figlio minore), ha un reddito lordo annuo di € 44.200, con corrispondente ISEE di € 19.900. Nel calcolo della quota annuale del servizio di ristorazione scolastica si è ipotizzata una frequenza di 20 giorni mensili per un totale di 9 mesi escludendo eventuali quote extra annuali e/o mensili.

Mense al Sud, con il PNRR meno fondi del previsto.

Secondo l’Anagrafe nazionale, un terzo degli edifici scolastici, ossia 13.533 su 40160, sono dotati di locale mensa. La distribuzione però non è omogenea, in quanto nelle Regioni del Sud poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa scolastica (al Centro è il 41% e al Nord il 43%) e la quota scende al 15,6% in Campania e al 13,7% in Sicilia. La regione con un numero maggiore di scuole dotate di mensa è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte, Toscana e Liguria dove è presente in 6 edifici su 10. In Puglia, Abruzzo e Lazio sono presenti in un edificio su quattro.

Il PNRR non viene incontro alle esigenze delle scuole del Sud, almeno non nella misura sperata. Su 1052 interventi previsti e 600 milioni di fondi stanziati, il Sud riceve – da graduatorie di giugno 2023, le ultime disponibili – la metà delle risorse, contro il 58% previsto da piano originario.

I dati regionali

TOSCANA

SCUOLE DELL’INFANZIA – 2023/2024

CITTA’

COSTO PASTO

COSTO MENSILE

COSTO ANNUALE

Arezzo

€ 4,76

€ 95

€ 857

Carrara

€ 4,50

€ 90

€ 810

Firenze

€ 3,70

€ 74

€ 666

Grosseto

€ 4,50

€ 90

€ 810

Livorno

€ 6,40

€ 128

€ 1.152

Lucca

€ 3,76

€ 75

€ 677

Massa

€ 4,50

€ 90

€ 810

Pisa

€ 4,85

€ 97

€ 873

Pistoia

€ 4,90

€ 98

€ 882

Prato

€ 2,75

€ 55

€ 495

Siena

€ 3,40

€ 68

€ 612

Media

€ 4,37

 87

 786

Fonte: Cittadinanzattiva, VII Indagine Tariffe delle Mense scolastiche, 2023 - 2024

SCUOLE PRIMARIE – 2023/2024

CITTA’

COSTO PASTO 

COSTO MENSILE

COSTO ANNUALE

Arezzo

€ 5,10

€ 102

€ 918

Carrara

€ 4,50

€ 90

€ 810

Firenze

€ 3,70

€ 74

€ 666

Grosseto

€ 4,50

€ 90

€ 810

Livorno

€ 6,40

€ 128

€ 1.152

Lucca

€ 3,76

€ 75

€ 677

Massa

€ 4,50

€ 90

€ 810

Pisa

€ 4,85

€ 97

€ 873

Pistoia

€ 4,90

€ 98

€ 882

Prato

€ 2,75

€ 55

€ 495

Siena

€ 3,40

€ 68

612

Media

€ 4,40

 88

 791

Fonte: Cittadinanzattiva, VII Indagine Tariffe delle Mense scolastiche, 2023 - 2024

Mense esistenti: 1.536

Mense previste dal PNRR: 37 (di cui 18 di nuova costruzione)

MENSE TOSCANA PNRR

Nuova costruzione

Demolizione, ricostruzione, ampliamento

Riconversione spazi esistenti, 

riqualificazione, adeguamento sicurezza mense esistenti

Totale

Mense

Importo complessivo

18

14

5

37

17.605.597

Fonte: Rielaborazione Cittadinanzattiva su dati Futura – La scuola per l’Italia di domani, 2023

Alcune proposte sulla ristorazione scolastica

Promuovere una indagine conoscitiva, da parte della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, insieme a tutti gli stakeholder interessati compresi gli utenti, su aspetti quali: qualità e costo delle derrate alimentari, filiera di approvvigionamento, rispetto dei menù, ruolo delle Commissioni Mensa, fasce di agevolazione nelle tariffe, sistema degli appalti, condizioni lavorative del personale addetto, rispetto dei CAM, monitoraggio dei programmi pubblici mense bio e frutta e verdura a scuola, progetti di educazione all’alimentazione corretta.

Riconoscere le mense scolastiche come servizio pubblico essenziale e nel frattempo: impedire qualsiasi forma di esclusione dai bambini le cui famiglie siano in condizioni di povertà; contrastare i casi di morosità ingiustificata; uniformare le tariffe minime e massime, almeno per aree territoriali del Paese (Nord, Centro e Sud).

Predisporre un piano quinquennale, successivo al PNRR per costruire nuove mense e arrivare a garantire il tempo pieno, a partire dalla scuola primaria e soprattutto nelle aree del Sud, in quelle interne e ultra-periferiche del Paese.

Favorire la diffusione delle Commissioni Mensa con la presenza al loro interno di almeno un genitore di bambini che utilizzano le diete speciali. Occorre individuare procedure e strumenti specifici ma comuni a tutti i territori, per poter avviare una valutazione del servizio su tutto il territorio nazionale con indicatori di rilevazione comuni e valorizzare le buone pratiche esistenti.

Rendere gli studenti protagonisti dell’educazione alimentare e dei corretti stili di vita, mettendoli al centro dei percorsi formativi in ambito scolastico affinché diventino essi stessi informatori di salute presso i loro coetanei e le proprie famiglie.

Eliminare dai distributori automatici delle scuole il cibo spazzatura, ed inserire solo prodotti freschi e naturali, possibilmente locali.

Fonte: Cittadinanzattiva APS

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