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Sicurezza negli ambienti confinati, la Toscana lancia progetto per soccorsi più tempestivi

Work on high devices Fall arrest device for workers with safety belt hook

“In certe situazioni sapere il più velocemente possibile dove si sta intervenendo è essenziale”. Per i lavoratori da salvare e per gli stessi soccorritori.  A sottolinearlo è il direttore regionale dei vigili del fuoco, con la memoria che va di pochi giorni indietro alla tragedia che ha visto morire in Sicilia cinque operai intossicati e rimasti intrappolati mentre lavoravano in una fogna.

Accade durante  l’iniziativa che si è svolta il 9 maggio al Meyer Health Campus a Firenze, organizzata dalla Regione per illustrare il protocollo per la prevenzione degli infortuni negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento, ovvero quegli spazi come serbatoi, silos, recipienti adibiti a reattori, fosse biologiche o reti fognarie, circoscritti e con limitate aperture di accesso e una ventilazione naturale assente o sfavorevole.

Il tema, purtroppo, è attuale e si allarga a quello, più ampio, degli infortuni sul lavoro. Controlli, ispezioni e sanzioni sono necessari, ricorda l’assessore al diritto alla salute della Toscana, ma dobbiamo investire anche nella prevenzione ed elenca le misure varate negli ultimi giorni e settimane: un piano speciale per mille controlli in più l’anno nei cantieri edili, con assunzioni mirate, e l’idea di valorizzare e mettere a fattor comune le buone pratiche aziendali sperando in un effetto emulazione.  Perchè la lotta agli infortuni e per la sicurezza sul lavoro ha bisogno di sinergie, anche tra i datori di lavoro oppure tra le istituzioni, come è il caso di questo protocollo sugli ambienti confinati più sicuri.

L’evento al Meyer ha dato il via alla prima fase di iniziative previste dal progetto, frutto della collaborazione con la direzione regionale dei vigili del fuoco e il coordinamento maxiemergenze della Toscana. L’opportunità offerta ai datori di lavoro è quella di un sistema informatizzato, una sezione speciale del Sispc, il sistema informativo della prevenzione, con cui trasmettere prima ai vigili del fuoco e agli operatori del soccorso sanitario le caratteristiche del luogo e le attività svolte per un più tempestivo ed efficace intervento. Le comunicazioni, per la precisione, sono due: la prima riguarda la descrizione degli ambienti, la seconda va inoltrata prima di eseguire attività di manutenzione o di altro tipo, non ripetitive nel tempo e che potrebbero creare un potenziale rischio di incidente. In questi casi conoscere il luogo e i possibili inquinanti capaci di svilupparsi negli ambienti permetterà ai soccorritori di intervenire in maniera più mirata e sicura.

Il protocollo era stato sottoscritto in via sperimentale nel 2019 per il solo territorio di Pistoia. Nel mezzo c’è stata la pandemia e, terminata l’emergenza sanitaria, si è deciso di estenderlo a tutta la regione. Diventerà pienamente operativo nel corso del 2024.  La Toscana da questo punto di vista fa da apripista  e il progetto è osservato con attenzione dalla direzione nazionale dei Vigili del fuoco per eventualmente promuoverlo anche nel resto d’Italia. L’unione, in questo caso, aiuta la sicurezza.

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