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Prevenire e contrastare i pregiudizi verso le persone anziane: al via al progetto UniFi

Superare stereotipi e pregiudizi basati sull’età e, in particolare, lo stigma della vecchiaia è l’obiettivo del Progetto Ge.R.A.S. (Generare Risorse per Abbattere gli Stereotipi), un progetto pilota dell’Università di Firenze che intende puntare i riflettori sull’impatto sociale dell’ageismo, un fenomeno molto diffuso e ancora poco studiato, considerato una minaccia per la coesione sociale dal Global Report sull’ageismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle Nazioni Unite. L’iniziativa – selezionata tra i progetti finanziati dal bando UNIFI EXTRA a sostegno delle azioni di public engagement dell’Ateneo fiorentino - si svolgerà in collaborazione con Azienda Usl Toscana Sud Est, Auser Toscana e Auser Arezzo, e coinvolgerà attivamente la popolazione anziana di Cortona, Foiano della Chiana, Marciano della Chiana e Lucignano.

“Come ci ricorda il report sull’ageismo pubblicato dall’OMS, da uno studio condotto su un campione di oltre 80mila persone di 57 paesi, emerge che una persona su due ha stereotipi e pregiudizi sull’età – spiega Manila Vannucci, docente di Psicologia generale del Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino NEUROFARBA. A volte poi sono le stesse persone anziane a fare propri gli stereotipi sull’invecchiamento, con effetti negativi sulla loro salute e sul loro ruolo sociale. Per questo abbiamo elaborato un progetto di intervento, che coinvolge docenti dell’Ateneo, esperti di invecchiamento sul piano cognitivo, del benessere e della salute fisica, realizzato in collaborazione con enti e associazioni del territorio della Val di Chiana aretina”.

Il Progetto Ge.R.A.S. prenderà il via intorno alla metà di maggio con la somministrazione di un questionario ad un campione di almeno 400 residenti over 65 dei quattro comuni individuati. L’attività rappresenta l’avvio di un primo momento di ascolto e si propone di raccogliere elementi sulla percezione dell’invecchiamento e l’internalizzazione di false credenze legate all’avanzamento dell’età.

I risultati raccolti attraverso l’indagine saranno presentati in un incontro pubblico che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, attraverso interventi di divulgazione scientifica dedicati all’ageismo e agli strumenti per combattere i pregiudizi.

A seguire verrà attivato un percorso formativo caratterizzato da laboratori interattivi rivolti alle volontarie e ai volontari ultra 65enni delle associazioni aretine che operano con le persone anziane. I laboratori proporranno giochi e attività esperienziali, di espressività creativa, come strumenti di elaborazione e decostruzione degli stereotipi.

“Tramite Ge.R.A.S – prosegue Vannucci – faremo un’analisi dei bisogni del territorio, porteremo all’attenzione della comunità locale una problematica ancora sottovalutata e miglioreremo la formazione delle volontarie e dei volontari che si confrontano quotidianamente con le persone anziane. Inoltre, daremo nuovo impulso all’attività di ricerca che, su questo tema, ha ancora margini molto ampi”.

“Il Progetto GeRAS - aggiunge Renzo Paradisi direttore U.O.S Educazione alla Salute Area provinciale Aretina dell’ Azienda USL Toscana sud est - a tutti gli effetti è un progetto di Promozione della Salute e il contrasto all'ageismo è il prerequisito di altre progettualità volte a promuovere la salute di tutti e particolarmente quella degli anziani. In questo modo le abilità di chi è più avanti con gli anni possono essere valorizzate a favore della loro salute e di quella degli altri membri della comunità alla quale appartengono”.

“Apprezzo particolarmente il progetto pilota Ge.R.A.S dell’Università di Firenze sull’apprendimento permanente - spiega Renato Campinoti presidente Auser Toscana - sono convinto che, a premessa di un’attività positiva per la buona vita degli anziani, ci sia la necessità di combattere i pregiudizi e quindi invertire le opinioni, le tendenze anche culturali, che rischiano di deviare il senso reale di un modo corretto, giusto e sano di invecchiare e di utilizzare le risorse e le qualità che l’invecchiamento mette a disposizione delle persone che sanno come fare. Ci fa inoltre piacere che sia stata coinvolta l’Auser e i sui dirigenti che sono particolarmente attivi in quella zona”.

Fonte: Università di Firenze - Ufficio stampa

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