Bilancio Comune San Miniato, Vita Nova: "Anche un revisore dei conti ci dà ragione"
Il Comune di San Miniato ha chiuso il bilancio del 2023 con un avanzo di 3,5 milioni di euro. Un avanzo che è conseguente ad una politica di bilancio praticata fin dall’inizio della legislatura e che si è sostanziata nella pratica di privilegiare forti accantonamenti di risorse nei fondi patrimoniali, e quindi nella contrazione delle disponibilità finanziarie da destinare agli investimenti ed ai servizi per i cittadini.
Anche se per la prima volta dal 2019 gli accantonamenti si sono ridotti di 2 milioni e le giacenze dei fondi rischi sono diminuite di 3,5 milioni, non vi illudete. Si tratta probabilmente solo di una strategia temporanea per racimolare risorse da buttare sul tavolo della campagna elettorale e far dimenticare cinque anni di vuoto assoluto.
Ne è la prova il fatto che il sindaco abbia portato alla approvazione del Consiglio comunale tutta una serie di provvedimenti senza logica né programmazione al solo fine di far tacere mal di pancia di certi cittadini (privilegiati o amichetti) a discapito della maggioranza degli altri esclusi.
Per far ciò, però, il sindaco ha maldestramente violato l’art. 38 del TUL che vieta esplicitamente alle Amministrazioni comunali l’adozione di determinati provvedimenti nelle ultime settimane della legislatura al fine di evitare un uso propagandistico del potere pubblico. Noi abbiamo prontamente denunciato al Prefetto di Pisa tale violazione, e a noi si è associato un revisore dei conti comunali che ha sollevato le stesse obiezioni.
I “provvedimenti elettorali” adottati si concentrano in particolare su numerosi incarichi professionali nei settori i più vari, frane, agronomia, antenne di telefonia mobile, metodologie costruttive per impianti sportivi, capienza impianti sportivi, rotatorie, per terminare ad interventi su alloggi sociali, archivio comunale, manutenzioni lapidi, riqualificazioni di verde pubblico, acquisto automezzi e attrezzatura per la mensa e altro ancora.
Decine e decine di provvedimenti il cui intento è far credere che si vuole rimediare in 40 giorni a quello che non si è fatto in cinque anni. Siamo in presenza di provvedimenti la cui necessità avrebbe richiesto programmazione , lavoro e impegno durante tutta la legislatura.
Ci prendono ovviamente in giro, niente di codesto vedrà davvero la luce, salvo i lauti compensi ai professionisti scelti.
Il metodo furbesco con cui sono stati presi i provvedimenti, oltreché illegittimo per violazione dell’art. 38 del TUEL ne svela invece la vera natura: fare campagna elettorale a spese nostre e condizionare la prossima legislatura.