Una app speciale per parlare coi cittadini stranieri in ospedale a Prato
Al via la nuova app, APPRATO, dedicata alla comunicazione con i cittadini stranieri nel Pronto Soccorso dell'ospedale Santo Stefano di Prato, progettata da un cittadino pratese per rendere a portata di mano, e più agevole per i cittadini, la comunicazione tra i pazienti stranieri di varie etnie e lingue con il personale sanitario del Presidio. Questa acquisizione si inserisce nelle iniziative portate avanti dal presidio per poter ridurre gli episodi di sovraffollamento in DEA.
Il linguaggio è lo strumento principale della comunicazione. Gli operatori sanitari sono responsabili di fornire cure indipendentemente dalla cultura, religione, lingua e background etnico delle persone assistite. La globalizzazione e le migrazioni internazionali hanno aumentato la probabilità di incontrare barriere linguistiche in ambito sanitario. Queste ultime possono costituire un ostacolo nel fornire un’assistenza adeguata, centrata sull’assistito. La letteratura scientifica ha dimostrato che le barriere linguistiche sono associate a ridotta compliance ai trattamenti, difficoltosa gestione delle malattie croniche, scarsa comprensione delle prescrizioni e complicazioni mediche.
Nel percorso di cura nel contesto dell’urgenza-emergenza, il Pronto Soccorso rappresenta un punto chiave per la presa in carico dei pazienti e un riferimento per la popolazione. Non esistono studi che provano che gli stranieri si rivolgano più frequentemente dei cittadini residenti ai servizi del Pronto Soccorso, ma le tempistiche brevi di questo servizio, in realtà multiculturali quali quella Pratese, richiedono l’implementazione di strumenti per facilitare la comunicazione con i pazienti stranieri.
Nel contesto delle realtà dei Pronto Soccorso italiani attualmente esistono diversi strumenti, anche documentati in letteratura, per la risoluzione delle barriere linguistiche quali interpreti professionali, servizi di interpretariato e videointerpretariato o interpreti ad hoc o operatori bilingua, che comunque non sono attivi h24. Alcuni ospedali hanno implementato delle schede di traduzione con domande chiave per i quesiti basilari. Il Pronto Soccorso di Prato rappresenta il primo in Italia ad essere dotato di una applicazione dedicata alla traduzione linguistica per facilitare tutti i momenti clinici che necessitano una comunicazione chiara ed efficace tra paziente straniero e operatore sanitario, con copertura h24 e accesso protetto tramite QR CODE.
“Prosegue l’impegno dell'associazione Centro Diritti del Malato per il Nuovo Ospedale Santo Stefano di Prato che va avanti da oltre dieci anni. Da sempre abbiamo sviluppato un rapporto di collaborazione per realizzare iniziative a favore dei cittadini e abbiamo deciso di contribuire ulteriormente promuovendo per il pronto soccorso del nostro Ospedale Santo Stefano questa implementazione, che rappresenta un importante strumento per eliminare le barriere linguistiche e migliorare il servizio di emergenza-urgenza" dichiara il presidente del Centro Diritti del Malato, Fabio Baldi.
La finalità dell’utilizzo di APPRATO, è quella di facilitare la comunicazione tra gli operatori sanitari e i pazienti/utenti di diversa lingua che afferiscono al S. Stefano di Prato con particolare riferimento ai momenti di presentazione del paziente, raccolta dei dati anamnestici, condivisione di aspetti clinici e in tutte le fasi nelle quali è necessaria la trasmissione delle informazioni tra paziente e operatori.
Sul piano clinico, l’utilizzo dell’APPRATO può ridurre il rischio di:
- diagnosi errata causata dalle barriere linguistiche;
- cure inappropriate dovute a diagnosi errate;
- complicazioni dovute alla mancata o errata comunicazione;
- degenze ospedaliere prolungate (i pazienti di lingua straniera, soprattutto se differente dall’inglese e dal francese, posso rimanere più a lungo nei Pronto Soccorso e nei reparti di degenza);
- aumento delle riammissioni (i pazienti stranieri hanno maggiori probabilità di ripresentarsi in DEA dopo la dimissione);
- aumento dei costi sanitari.
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa