La Cgil lancia il referendum: "Lavoro stabile, sicuro e tutelato". Nell'Empolese Valdelsa servono 8mila firme
Sono 4 i quesiti per i referendum abrogativi lanciati dalla Cgil nazionale a partire dal 25 aprile per cambiare il mondo del lavoro in Italia. Il sindacato punta a modificare alcune questioni nate con il Jobs Act e con le stragi sul lavoro: il diritto alla reintegrazione a lavoro in caso di licenziamento illegittimo, un giusto risarcimento contro i licenziamenti illegittimi nelle piccole aziende (finora è presente un tetto massimo), la fine della liberalizzazione dei contratti a termine e infine la responsabilità solidale delle aziende committenti in caso di infortunio e malattia professionale nell'appalto e nel subappalto.
A presentare i quesiti anche la Cgil Empolese Valdelsa. Se per il referendum in Italia servono almeno 500mila firme, e il sindacato punta verso il milione di firme, "per il circondario se raggiungiamo le 7-8mila firme l'obiettivo sarebbe raggiunto", spiega il coordinatore Gianluca Lacoppola.
Non è la prima volta che la Cgil entra nel campo referendario, "anche se non è il nostro campo". Ci fu il referendum sull'articolo 18, che venne bocciato, "per una lettura forzata" che vide la questione come propositiva. Stavolta c'è maggiore fiducia nell'approvazione da parte della Corte Costituzionale. "Inoltre molte sentenze hanno smontato via vai il Jobs Act, ci sono state cause vinte per il reintegro, il referendum potrebbe dare ordine", spiega Giuseppe Dentato, Filctem Firenze.
Un momento particolare per la raccolta firme, con la campagna elettorale per le comunali e le europee e in vista della bella stagione. "Ci auguriamo che anche i temi del referendum influenzino il dibattito politico, questa è l'occasione per interrogare i candidati a nome della Cgil. Promuoveremo anche momenti di confronto".
In riferimento alla campagna elettorale a Empoli e nell'Empolese Valdelsa, poi spiegano: "Se i candidati daranno un appoggio non strumentale ma politico alla Cgil, sarà un fatto positivo. Non pensiamo che la politica sia qualcosa di sporco. Inoltre per certificare le firme del referendum serviranno i consiglieri comunali, sono certo che le forze politiche delle due sinistre saranno presenti, quello sarà un aiuto concreto".
Parlando ancora del rapporto politica-sindacati, proprio adesso in campagna elettorale, il Comune di Firenze ha lanciato l'iniziativa per lo stipendio minimo di 9 euro l'ora da applicare per tutti gli appalti del Comune. È un buon segnale o una mossa in vista delle elezioni? "Con il protocollo appalti firmato nell'Empolese Valdelsa siamo stati apripista sull'area metropolitana. Per evitare il lavoro povero però non basta solo scriverlo, servono soldi nell'appalto per evitare il minimo ribasso e anche la corretta applicazione del contratto nazionale, senza contratti pirata. Ma il problema maggiore è quello degli inquadramenti più bassi. Se lavoriamo di contrattazione in anticipo, si riesce a non scendere sotto i 9 euro".