“Dal calo degli acquirenti alla svalutazione delle etichette, dalle divisioni interne alla guerra all’alcool. Il settore del vino sta vivendo un periodo di grande difficoltà, e Vinitaly per noi non è solo un’occasione di incontro coi nostri clienti esteri, ma anche di discutere attivamente di queste problematiche”.
A dirlo è Ritano Baragli, presidente di Valvirginio Cantina sociale Colli Fiorentini, presente col suo stand alla fiera Vinitaly di Verona.
“Il mercato è fiacco - continua Baragli- e, nonostante gli sforzi di Fiera Verona, al Vinitaly ci sono 4300 espositori e 1200 possibili compratori. Ci sono troppi venditori rispetto agli acquirenti, dobbiamo riuscire a dare il giusto valore al vino che vendiamo e al vino dei nostri soci, non possiamo svenderci in un mercato che è diventato troppo agguerrito. Il ceto medio ha perso potere d’acquisto e tutto il mondo del vino ne sta risentendo, ma le divisioni non servono. Noi continuiamo a puntare sulla cooperazione per dare futuro alle aziende che da sole non andrebbero da nessuna parte”.
“Stiamo facendo molti incontri con nuovi potenziali clienti e cerchiamo di crescere con le vendite all’estero, che ad oggi rappresentano meno del 10% del nostro fatturato - conclude Baragli - ma il contesto economico e sociale non è affatto semplice. Ad oggi, stiamo assistendo ad una lotta all'alcol che però non può essere una lotta contro il vino, in cui il tenore alcolico pesa molto meno rispetto a quello dei superalcolici, sempre più diffusi. Inoltre non dimentichiamo che il vino è alla base della nostra dieta mediterranea che ci pone tra i popoli più longevi del mondo e fa parte a pieno titolo della nostra cultura non solo enogastronomica".
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