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Arcidiocesi di Firenze, il castellano Gambelli succede a Betori

Giuseppe Betori non sarà più arcivescovo metropolitano di Firenze, al suo posto Gherardo Gambelli. Betori ha presentato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi per raggiunti limiti di età, Papa Francesco la ha accettata.

Sempre il pontefice massimo ha nominato arcivescovo il reverendo Gambelli, del clero della medesima Arcidiocesi, finora parroco della Madonna della Tosse a Firenze.

Gambelli, che è stato missionario fidei donum in Ciad, è cappellano nel carcere di Sollicciano e parroco della Madonna della Tosse. L'ordinazione del nuovo vescovo avverrà il 24 giugno prossimo, secondo quanto annunciato da Betori.

Castelfiorentino 'abbraccia' Gambelli

Originario di Castelfiorentino, anche se nato a Viareggio, ha cinquantacinque anni, e ha ricevuto il plauso anche dal sindaco castellano Alessio Falorni: "Sono felice e orgoglioso, e con me tutta Castelfiorentino, per avere un castellano, e un amico, nel ruolo che fu del caro Cardinale Piovanelli. Abbiamo di recente avuto la fortuna di averlo con noi a celebrare l'ultima Santa Verdiana: sacerdote di straordinaria sensibilità e attenzione, che sono sicuro sarà una grande guida per la Chiesa fiorentina".

Chi è Gerardo Gambelli

Gambelli è stato ordinato presbitero per l'Arcidiocesi di Firenze il 2 giugno 1996. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: vicario parrocchiale della Santo Stefano in Pane a Rifredi (1996-2007); Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma (2000); amministratore della Parrocchia Sant'Andrea a Cercina (2000-2006); Dottorato presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale (2007); parroco in solido moderatore dell'Immacolata e San Martino a Montughi (2007-2011). Dal 2011 al 2022 è stato sacerdote fidei donum in Ciad dove ha ricoperto i seguenti incarichi: parroco della Sainte Joséphine Bakhita nell'Arcidiocesi di N'Djaména e responsabile della Pastorale vocazionale, insegnante nel Seminario Maggiore Nazionale Saint Luc di Bakara e cappellano del carcere di N'Djaména (2011-2017); membro del Collegio dei Consultori di N'Djaména (2013-2016); parroco della Cattedrale Saint Ignace, responsabile della Pastorale giovanile e cappellano del carcere nel Vicariato Apostolico di Mongo (2018-2022). Dal 2019 al 2022 ha assunto anche l'incarico di vicario generale. Rientrato a Firenze, dal 2023 è parroco della Madonna della Tosse in Firenze.

Il saluto di Don Gambelli

Cari fratelli e sorelle della Chiesa fiorentina e voi tutti, uomini e donne, che vivete nel suo territorio.

Penso che possiate facilmente immaginare lo “tsunami” di sentimenti, emozioni, pensieri che si muovono nel mio cuore dal giorno in cui il Nunzio mi ha manifestato la volontà di Papa Francesco di nominarmi Arcivescovo di Firenze.

Desidero anzitutto esprimere la mia profonda gratitudine al Papa per la fiducia riposta in me, chiamandomi a questo importante e delicato incarico. Sento di poter dire che la scelta di un prete di Firenze è un segno grande di stima e di fiducia da parte del Vescovo di Roma nei confronti di tutta la nostra Diocesi. In questa Chiesa fiorentina sono nato e cresciuto, come laico prima nella parrocchia di Santa Verdiana a Castelfiorentino, come prete poi nelle parrocchie di Santo Stefano in Pane a Rifredi, dell’Immacolata e San Martino a Montughi e della Madonna della Tosse.

Nel dare la mia disponibilità al Papa, accettando la mia nomina, ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo ricevuto prima e dopo la mia ordinazione sacerdotale. Le belle testimonianze di fede rese da parte di tante persone incontrate durante il mio servizio pastorale mi hanno fatto comprendere progressivamente che, nella logica del Vangelo, il modo migliore per custodire i doni ricevuti sia quello di condividerli. Gli anni passati in Africa me lo hanno ulteriormente confermato.

Ringrazio a tale riguardo il Cardinale Giuseppe Betori perché, quando gli manifestai il mio desiderio di partire come fidei donum per il Ciad nel 2011, non esitò un istante a esprimermi il suo consenso convinto ed entusiasta. Rientrato da appena un anno in Diocesi, non mi sarei mai aspettato che toccasse a me diventare il suo successore. Nonostante le paure e le preoccupazioni, ho avvertito varie volte in questi giorni la presenza di una luce e di una forza interiore che mi hanno sostenuto, invitandomi alla fiducia. Quando il Nunzio mi ha chiesto di scrivere a mano una breve lettera al Papa, scegliendo una citazione biblica per esprimergli l’accettazione della mia nomina, ho pensato subito al Salmo 25,15: “Tengo fisso lo sguardo sul Signore perché libera dal laccio il mio piede”. Mi sono subito reso conto della dura lotta da affrontare, perché ogni volta che abbasso lo sguardo volgendolo verso di me, percepisco questo laccio che afferra il mio piede, frenando lo slancio di camminare serenamente dietro al Signore.

La Provvidenza di Dio ha voluto che l’annuncio della mia nomina cadesse nella settimana che precede la quarta domenica di Pasqua che per noi cattolici è la domenica del Buon Pastore. Ascolteremo le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10: “Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”. È Lui il vero pastore della Chiesa, il modello della scelta evangelizzatrice che ci spinge ad andare verso le periferie geografiche ed esistenziali nel nostro impegno missionario. Come ci ricorda Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium: “Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegniamo nella costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità” (EG 269).

Nel rivolgere il mio saluto alla Diocesi e alla città di Firenze desidero esprimere prima di tutto la mia profonda gratitudine e riconoscenza all’Arcivescovo il Cardinale Giuseppe Betori per la sua generosa testimonianza di fede nel guidare la nostra Chiesa durante i suoi 15 anni di ministero episcopale. Eminenza, la sua decisione di restare a Firenze come Vescovo emerito ci riempie di gioia, perché manifesta il suo amore per la nostra città che è cresciuto in lei in questi anni, malgrado il carattere di noi fiorentini, che non sempre brilliamo per la capacità di accogliere chi viene da fuori.

Saluto e ringrazio il Vicario generale, Mons. Giancarlo Corti, i Vicari Episcopali, i preti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, gli operatori pastorali, i fedeli dell’Arcidiocesi esprimendo la mia gioia di poter proseguire il cammino con voi sulle orme del Cristo.

Saluto cordialmente i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane, i membri della comunità ebraica e musulmana, e di altre religioni presenti sul territorio della nostra Diocesi di Firenze. La bella tradizione di impegno nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso della parrocchia della Madonna della Tosse, di cui sono stato parroco quest’anno, mi ha permesso di incontrare e di conoscere personalmente il Rabbino, l’Imam e diversi pastori delle Chiese di Firenze con i quali sono nate promettenti amicizie che spero di poter rafforzare nel tempo.

Saluto le autorità e le istituzioni della città, esprimendo la mia ferma volontà di proseguire nella collaborazione “gomito a gomito” per la costruzione di una società più giusta e solidale, nell’attenzione e nel rispetto della dignità di ogni persona, soprattutto dei più poveri ed esclusi. Davanti alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo, ci sentiamo più che mai interpellati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace, che si costruisce in maniera artigianale, nell’attenzione ai gesti quotidiani di perdono e riconciliazione.

Vorrei concludere rivolgendo un ultimo saluto ai fratelli e alle sorelle detenuti, particolarmente quelli e quelle della casa circondariale di Sollicciano, in cui ho svolto il mio ministero come cappellano durante quest’anno pastorale. Anche se non potrò continuare a visitarvi regolarmente, non dimenticherò le parole della Scrittura che dice: “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere” (Eb 13,3). Con l’aiuto del Signore, mi impegnerò come Vescovo a essere attento alle vostre necessità, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società.

Nel dire il mio sì alla volontà di Dio, mi affido all’intercessione di Maria santissima madre della Chiesa, a quella dei santi Vescovi Zanobi e Antonino, del Venerabile Elia Dalla Costa, dei Santi e della Sante della Chiesa fiorentina, perché mi aiutino a fidarmi sempre più della Provvidenza del Signore, capace di far concorrere tutto al bene.

Certo della preghiera e del sostegno di voi qui presenti e di tanti fratelli e sorelle, proseguiamo con fiducia il nostro cammino, tenendo fisso lo sguardo sul Signore che libera dal laccio il nostro piede, perché è capace di amarci sempre e nuovamente di un amore infinito e incrollabile.

Srella (FI): "Benvenuto al neo arcivescovo Gambelli, confronto con Chiesa è fondamentale"

"E' con grande gioia che accogliamo la nomina del nuovo arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli. Missionario infaticabile, cappellano delle carceri, parroco: questo il profilo voluto da Papa Francesco. Per un cristiano che fa politica, il confronto con la Chiesa è fondamentale. A monsignor Gambelli facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro a servizio della città e dell'Arcidiocesi fiorentina". Lo dichiara il coordinatore regionale di Forza Italia Toscana, Marco Stella, capogruppo in Consiglio regionale.

Mazzetti (FI): "Chiesa è sempre punto di riferimento per la persona"

Roma, 18 apr. – "La Chiesa è stata e rimane un punto di riferimento per le comunità e per l'individuo, ognuno con le sue peculiarità. Il grande messaggio cristiano è oltremodo attuale oggi ed è importante una Chiesa presente e vicina a tutte le esigenze che emergono dalla società civile. Il nuovo Arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, ha un compito importante. Sono certa che assolvere a questo compito con grande competenza, come il suo predecessore che ringrazio per la missione svolta fino ad oggi".

Lo scrive in una nota l'On. Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia.

Le congratulazioni di CNA

Il Presidente Luca Tonini a nome di CNA Toscana esprime le più sentite congratulazioni al nuovo Arcivescovo di Firenze Don Gherardo Gambelli, nominato quest’oggi, e ringrazia il Cardinale Betori per il lavoro svolto in questi anni. “Auguro al nuovo Arcivescovo di lavorare con serenità - ha detto Tonini - e siamo fin da ora disponibili a qualsiasi tipo di sostegno e collaborazione”.

Galletti (M5S): “Gambelli incarna i valori del pontificato di papa Francesco”

"La nomina di Don Gherardo Gambelli come nuovo arcivescovo di Firenze, decisa da Papa Francesco, rappresenta un chiaro segnale di coerenza con il suo pontificato, ed evidenzia l'impegno a sostenere e assistere le diverse fragilità umane. Attraverso il suo servizio come parroco nelle periferie, cappellano a Sollicciano e missionario nel Ciad, Don Gambelli ha dimostrato di incarnare i principi fondamentali di solidarietà, compassione e giustizia sociale, che sono essenziali per il benessere e la crescita della nostra comunità. In questo momento di transizione, con il suo insediamento previsto per il 24 giugno, desidero esprimere i miei più sinceri auguri a Don Gambelli per il suo nuovo incarico e ringraziare Sua Eminenza Betori per il prezioso servizio reso nel corso degli anni".

Il messaggio di Confartigianato: "Forte legame tra Chiesa e artigianato"

"È una giornata importante per Firenze che accoglie il nuovo Arcivescovo: Gherardo Gambelli". Lo scrive la Presidente di Confartigianato Imprese Firenze Serena Vavolo, che ricorda: "La storia della Chiesa, di quella fiorentina in particolare, è intrecciata con l'artigianato autentico, come ci ha ricordato anche il Papa nell'udienza del febbraio scorso".

Fondazione Solidarietà Caritas: "Gambelli ha toccato con mano dramma dei carcerati"

“Diamo il benvenuto a don Gherardo Gambelli alla guida dell'arcidiocesi fiorentina. Il lungo periodo trascorso come missionario in Ciad, l'esperienza come cappellano del carcere di Sollicciano lo hanno avvicinato ancora di più agli ultimi e ai bisognosi, a quello spirito di carità che è anche il faro della nostra azione quotidiana a servizio delle persone che vivono in condizione di povertà, solitudine, disagio sociale, che sono svantaggiate, detenute o emarginate”.

Così Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Solidarietà Caritas Firenze, commenta la nomina di don Gherardo Gambelli ad arcivescovo di Firenze.

“Ringraziamo il cardinale Giuseppe Betori per i suoi 16 anni al servizio della comunità fiorentina e per il sostegno concreto che ha dato alla nostra realtà”.

Palagi (Sinistra Progetto Comune): "Chiederemo incontro per confrontarci su tematiche sociali"

Dmitrij Palagi, candidato sindaco di Sinistra Progetto Comune, commenta la nomina del nuovo arcivescovo di Firenze: “Facciamo i nostri auguri di buon lavoro al nuovo arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, nominato oggi. Chiederemo di poterlo incontrare per un confronto su Sollicciano, politiche migratorie, condizioni sociali del territorio, servizi di accoglienze, sviluppo di dipendenze e marginalità. Crediamo in modo deciso alla laicità dello Stato ed è fondamentale accompagnare le trasformazioni del territorio presidiando un'idea di pubblico che non entra nell'ambito delle religioni. Al tempo stesso ravvisiamo nelle diverse comunità un ruolo da riconoscere. Inoltre pensiamo che la storia del nuovo Arcivescovo ci possa permettere un incontro su argomenti che spesso vengono tenuti fuori dall'agenda politica, soprattutto elettorale, se si escludono le parole d'ordine repressive”.

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