Pd: "Il Borgo che Vorrei rinnegato da Del Grande, ecco le nostre proposte"
Apprendiamo con piacere che la nostra attuale sindaca, che ha ricoperto la carica di vicesindaca con delega alla valorizzazione dei centri storici, al sociale, alla scuola e alla cultura nelle passate due legislature, prende atto del flop del progetto denominato il Borgo che Vorrei che tanto aveva decantato, personalmente sponsorizzato e più volte rifinanziato, con una spesa che grava sulle già indebitate casse del comune per ben 400mila euro, nonostante l’evidente continuo insuccesso.
A questo punto concordiamo davvero sull’opportunità di cambiare strategie e utilizzare modalità che veramente valorizzino ciò che può potenziare la vocazione turistica del nostro territorio puntando su progetti che vedano una amministrazione consapevole delle ricchezze culturali, artistiche, ambientali ed agroalimentari del territorio, che creda in queste e sappia su queste investire.
Inutile continuare con i bonus cercando di delegare i cittadini a trovare strategie vincenti, utile chiederne la collaborazione ma le idee vincenti e propulsive devono partire da chi amministra con proposte serie, competenti e calate nella realtà del nostro territorio.
Inutile copiare paesi vicini che hanno modalità consolidate e ben radicate nei propri territori, pertanto invitiamo l’amministrazione a ripensare a ciò che il nostro territorio può offrire sul piano culturale, artistico, ambientale, agroalimentare e su questi impostare strategie che possano caratterizzare ed incentivare la vocazione turistica del nostro comune.
Crediamo giusto Incentivare le imprese commerciali locali a collaborare con aperture al pubblico che rendano vivo il paese, favorire le aperture di nuovi esercizi che però possano avere un’utenza che garantisca loro un profitto, riorganizzare il paese in un’ottica di vita fruibile anche a colui al quale capita di visitarlo per particolari occasioni che possono oggi essere sporadiche ma domani forse più frequenti.
Il visitatore occasionale ha l’impressione di un paese morto, un paese dove è difficile anche prendere un caffè o bere una bibita in certi momenti dell’anno, difficile visitare quei luoghi di cui ha sentito parlare perché chiusi oppure non ben tenuti.
Crediamo che ci sia davvero tanto lavoro da fare ma con competenza, conoscenza e consapevolezza del possibile per il nostro comune.
Partito Democratico Santa Maria a Monte