gonews.it

Multiutility, Montelupo è Partecipazione: "Superficialità e arroganza nel processo di costruzione"

(foto gonews.it)

Ieri nel Consiglio Comunale di Montelupo Fiorentino è andata in scena un'altra puntata della serie: “Le modifiche al processo di costituzione della Multiutility Toscana”, stavolta in edizione speciale per l’empolese.

Si è trattato della proposta di delibera sulla costituzione di una Holding intermedia che, gestendo le partecipazioni in Alia ora (e in Multiutility poi) di tutti comuni dell’Unione di Comuni permetta a questi ultimi di “pesare” al tavolo del Consiglio di Amministrazione come “terzo soggetto” dopo le città di Firenze e Prato.

Di per sé, in un’ottica di “economia aziendale” non si tratta di una scelta insensata. Solo che avviene come ennesima modifica all’interno di un processo che, speso come “fondamentale” per il territorio empolese, la Toscana, e l’Italia tutta, si è rivelato richiedere un buon numero di rattoppi successivi, il che, data l’enfasi con cui fu annunciato quasi due anni fa, lascerebbe intendere che non fosse poi così ben pensato.

All’ordine del giorno era poi presente anche una nostra mozione con la richiesta di escludere dalla quotazione in Borsa la costituenda Multiutility Toscana come misura preventiva rispetto ad una possibile illegittimità derivante dalla cessione di beni demaniali inalienabili al momento della fusione di Consiag in Alia che emergerebbe qualora vi fosse una quota del capitale in proprietà a soggetti privati (all’esito della fusione resti assicurata la titolarità di reti, impianti e altre dotazioni patrimoniali in capo a una società a capitale interamente pubblico Corte dei Conti, Delibera n.159/2023/PAR).

Mozione respinta con il voto contrario della maggioranza e l’astensione dell’altra opposizione.

A commento di questo passaggio non possiamo che confermare che: "superficialità e arroganza" sono le caratteristiche distintive del processo di costituzione della Multiutility, in tutte le sue fasi, dall'essere "pensato", dapprima in Alia, alla realizzazione (ben lungi da essere a fine), e andando anche ben oltre il senso economico dell'operazione in se, si sintetizza così.

Qualcuno dispone e gli occupanti i ruoli istituzionali eseguono.

E lo fanno incuranti di analisi errate, previsioni distorte, forzature normative, errori materiali, prevaricazioni, aggressioni ai territori.

Qui “la politica” è solo la volontà di "arrivare a punto" con l'obiettivo di rendere privata e fonte di dividendi per il Capitale Speculativo la gestione del Servizio Pubblico riguardo a monopoli naturali che chiunque, dotato di un minimo, (minimo!) senso della realtà non vorrebbe mai fossero oggetto di speculazione.

E aver dovuto far rilevare, per l'ennesima volta, in una seduta di Consiglio Comunale che "trarre dividendi per il capitale speculativo da tariffe di un servizio pubblico essenziale per i cittadini è cosa che un rappresentante eletto da quegli stessi cittadini non dovrebbe permettere," dà il senso di cosa è oggi provare a opporsi a questo modo di intendere la politica e le istituzioni.

L'indifferenza e il silenzio con cui questa rilevazione è passata dà la misura di quanto sia difficile farlo.

Exit mobile version