Flash mob degli operatori sanitari al San Giuseppe: "Stop alle aggressioni. Rispettate chi cura"
In divisa da lavoro, con un simbolico segno nero sul volto, hanno fatto una sosta dai corridoi dell'ospedale per dire basta. Per dire "Stop alle aggressioni al personale sanitario e socio sanitario. Rispettate chi cura", questo il cartello che un gruppo di medici, infermieri e oss dell'ospedale di Empoli ha esposto stamani in occasione dei presidi-flash mob organizzati da Fp Cgil Firenze nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, di fronte alle entrate degli ospedali di Careggi e del San Giuseppe.
"Più personale, per cure senza attese. Più sicurezza sul lavoro, con presidi fissi delle forze dell'ordine e chiari protocolli di intervento. Operatori più protetti, più assistenza legale contro la violenza sul lavoro" e ancora, tra le richieste della Fp Cgil, "l'apertura di un tavolo ad hoc con prefetto e aziende per azioni e interventi concreti sul tema".
Come dichiarato dal sindacato, nel 2022 in Toscana ci sono state 1250 aggressioni ai sanitari dichiarate, di cui circa il 65% di natura verbale e circa il 35% di natura fisica. Il 75% delle aggressioni ha riguardato operatrici donne. Questa mattina, davanti al blocco principale, al presidio degli operatori oltre alla Funzione Pubblica della Cgil anche lo Spi, Sindacato pensionati italiani Cgil di Empoli. "Siamo qui per sensibilizzare i cittadini e l'azienda alla tutela degli operatori contro le aggressioni, per le quali si registra un aumento" spiega Sabrina Leto, delegata Fp Cgil e infermiera presso l'ospedale empolese. "Vogliamo far capire ai cittadini che gli operatori si prendono carico dei loro bisogni. Le inefficienze del sistema sanitario non sono imputabili a chi svolge il servizio e chiediamo rispetto per chi cura".
Diverse le problematiche, come prosegue Leto: "Le mancate assunzioni e mancato turn over del personale", per le quali "chiediamo fin da subito assunzioni" oltre che venga "garantito il benessere degli operatori, sia dal punto di vista emotivo che psicologico". Ribadita l'assistenza legale per le vittime di aggressioni, ma anche "programmi di formazione, per la messa in atto di tecniche per evitare l'aggressione". Da oggi, Giornata internazionale, parte la richiesta di un tavolo: "Chiederemo incontro al prefetto di Firenze - conclude Sabrina Leto - per poter mettere in atto protocolli tra prefettura e aziende". Oltre ai già citati presidi delle forze dell'ordine, "chiediamo anche sistemi di allarme più moderni" da apparecchi per chiamate di aiuto a videosorveglianza, "che possano garantire un intervento immediato delle forze dell'ordine e delle guardie in servizio negli ospedali".
Negli ultimi 5 anni, sempre come evidenziato da Fp Cgil, "l'Inail ha registrato oltre 12 mila casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 incidenti all'anno, di cui il 75% riguarda donne. Medici, infermieri e OSS sono particolarmente a rischio, essendo in contatto diretto con pazienti e gestendo situazioni emotivamente delicate. È cruciale adottare misure preventive e segnalare ogni forma di aggressione in questo contesto".
Margherita Cecchin