Sciopero 8 marzo Cgil indetto per scuola, terziario e funzioni pubbliche
8 marzo Giornata internazionale della donna, in Toscana sciopero (intero turno) nei settori della conoscenza (personale della scuola statale e non, università, ricerca, Afam e formazione professionale), commercio-terziario-servizi-turismo e funzioni pubbliche. Tutti settori ad alta incidenza di lavoro femminile.
Il primo è indetto a livello nazionale da Flc Cgil, gli altri due sono indetti a livello regionale rispettivamente da Filcams Cgil Toscana e Fp Cgil Toscana.
Dice la Flc Cgil: "I diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono ancora una realtà per tutte, anzi assistiamo, e su larga scala, a un attacco, a una messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni. Ciò è evidente anche nel nostro Paese che è ancora ai primi posti nel mondo per ‘gender pay gap’ e per incidenza del lavoro povero e precario; per non dire dell’invisibile sfruttamento del lavoro di cura, mai riconosciuto come responsabilità sociale, sempre e ancora scaricato sulle donne".
Per la Filcams Cgil Toscana, "dobbiamo fare un passo avanti contro un sistema che ti vuole sempre un passo indietro. Scioperiamo per l’importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, ricordando le conquiste sociali, economiche e politiche e per portare l’attenzione su questioni come l’uguaglianza di genere, le discriminazioni e le violenze contro le donne. La Filcams Cgil è rappresentata dal 65% di donne che da sempre si sacrificano, lottano per costruire un domani migliore. E’ evidente che le disparità di genere, rappresentano un danno per tutti, perché incidono sulla crescita sociale ed economica del Paese".
Per la Fp Cgil Toscana, “l'intersezione delle lotte impone una presa di coscienza che non può che passare dalla condivisione delle motivazioni alla base dello sciopero globale nella Giornata internazionale della Donna. Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici sono parte offesa nella riduzione del perimetro dello stato sociale: dove diminuiscono i servizi pubblici aumentano le disuguaglianze di genere e di classe, aumenta il razzismo, l’abilismo, l’ageismo, quali forme di marginalizzazione e iniquità. Contro tutte le oppressioni".
Fonte: Cgil Firenze e Toscana