Al Verdi "Chicago" fa tutto esaurito
Cosa aspettarsi da un musical al teatro Verdi di Firenze, un musical nato nella versione originale nel 1975, portato al cinema nel 2002 con attori del calibro di Richard Gere, Catherine Zeta-Jones e Renée Zellweger, e rivisitato con grandissimo successo negli anni Novanta del secolo scorso a Broadway?
Ci si aspetta uno spettacolo bellissimo, ma a vederlo dal vivo si rimane sbalorditi.
È quello che è successo a chi è andato a vederlo nel capoluogo toscano fra venerdì 9 e domenica 11 febbraio, date del tour in cui la produzione ha fatto tappa a Firenze e in cui la firma di Chiara Noschese come regista ha contribuito a certificare la qualità di Chicago, musical con la stessa Noschese protagonista, insieme a Stefania Rocca, Giulia Sol, Brian Boccuni, Cristian Ruiz e Luca Giacomelli Ferrarini.
Il tutto coreografato da Franco Miseria, sapiente ballerino e coreografo, che per Chicago ha guidato l'ensemble di quattordici ballerini, nonché le protagoniste.
Niente è lasciato al caso, nello spettacolo. D'altronde, quando a farlo ci sono degli attori come quelli del cast visto al Verdi tutto fila liscio. E si vede. Strabilianti le scenografie (di Lele Moreschi, come anche in Grease, Cabaret o Sister Act. Il musical); coinvolgenti e sensuali le coreografie (Franco Miseria, coreografo e ballerino mai banale); centrati e calzanti gli adattamenti testuali delle canzoni (Giorgio Calabrese).
E poi la bravura di chi è sul palco: Chiara Noschese (Mama Morton) firma a regia e lei stessa recita con disinvoltura; Stefania Rocca (Velma Kelly) e Giulia Sol (Roxie Hart) fanno la sensuale parte delle protagonisti femminili; Brian Boccuni (Billy Flynn) è l'affabile e affabulatore avvocato che pensa solo ai soldi; Cristian Ruiz (Amos Hart) è il chapliniano marito reso ridicolo; Luca Giacomelli Ferrarini (Mary Sunshine) è la piacevole sorpresa del personaggio en travesti, previsto dalla trama originale e che si rivela dotato di un'estensione vocale letteralmente strabiliante.
Insomma, non è tanto la trama che importa di uno spettacolo del genere (nota ai più: Velma aveva ucciso il marito per un delitto passionale; Roxie l'ha fatto anche lei e per questo salta un passo avanti nel campo della notorietà del pubblico e viene poi giudicata da una giuria di pagliacci e fantocci, ma una nuova star assassina la soppianta e gonfia ancora l'ego di Billy Flynn), quanto l'azione interpretata da chi sta sul palco: indecifrabilmente coinvolgente.
Christian Santini