Per nuove Rsa in Toscana servirà distanza minima di un km da altre: la proposta in Consiglio regionale
Per le nuove Rsa in Toscana ci sarà la “verifica di compatibilità” da parte della giunta regionale. In attesa della delibera che disciplinerà le modalità di svolgimento di tale verifica, le RSA dovranno avere una distanza minima da altra struttura simile già autorizzate di almeno 1 chilometro.
E’ questo il succo della proposta di legge regionale approvata oggi dal Consiglio regionale su proposta del gruppo Pd, primi firmatari il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni, ed il capogruppo, Vincenzo Ceccarelli, e che andrà a modificare l’articolo 21 della legge regionale 24 febbraio 2005, n. 41 (Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale).
La nuova norma nasce per arginare il tentativo di aggiramento dell'attuale regolamento che limita i posti nelle Rsa (80) per non avere mega strutture con l'affiancamento di più strutture a poca distanza.
La norma transitoria sulle distanze non si applica qualora, alla data di entrata in vigore della legge, sia già stato rilasciato parere favorevole al Comune di riferimento da parte della conferenza zonale integrata o della società della salute interessate.
Il provvedimento va in porto anche con un emendamento, proposto dalla consigliera Dem Federica Fratoni, che interviene al fine specificare che i limiti sulla distanza non si applicano alle strutture che siano realizzate nell’ambito di interventi di rigenerazione urbana, effettuati ai sensi dell’articolo 125 della l.r. 65/2014.
"Questa legge – ha spiegato Sostegni – nasce dall’esigenza di dare applicazione concreta agli impegni che il Consiglio regionale, su nostra sollecitazione, prese approvando una mozione “In merito alla programmazione e alla governance della residenzialità sanitaria assistita in Toscana".
In commissione abbiamo avuto un lungo lavoro e dibattito, che ci ha portato a modificare l’iniziale proposta che prevedeva semplicemente la distanza minima, introducendo la “verifica di compatibilità” da parte della giunta regionale.
La Toscana si trova ad affrontare con sempre maggior intensità le tematiche relative all'invecchiamento della popolazione e all'aumentare delle cronicità: già oggi il 40% della popolazione è affetto da malattie croniche. È chiaro come tutto ciò, oltre a porre problemi di programmazione nell’ambito pubblico, spinga il settore privato a sviluppare una sua iniziativa. Cresce la presenza di ingenti investimenti sul territorio toscano in nuove strutture RSA, nate in zone dove l’offerta sembrerebbe già satura. È stato giusto – conclude Sostegni – intervenire per stabilire nuovi criteri autorizzativi che salvaguardino la corretta programmazione".
"Abbiamo bisogno – aggiunge Ceccarelli – di proseguire con una strategia unitaria e coerente per rafforzare la centralità della programmazione e della governance pubblica delle RSA e, al tempo stesso, rendere cogenti i criteri previsti dal procedimento valutativo e autorizzativo da seguire per la realizzazione di nuove RSA e/o per l’ampliamento di strutture già esistenti, in un’ottica di omogeneizzazione e sostenibilità complessiva del sistema regionale delle RSA".
Fonte: Consiglio regionale della Toscana, gruppo Pd- Ufficio stampa