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"Una Firenze a 30 chilometri orari? Scelta giusta per salvare vite"

Sul nuovo limite di velocità interviene Stefano Guarnieri, fondatore dell'Associazione Lorenzo Guarnieri, nata in memoria del figlio investito e ucciso nel 2010 a Firenze

La Toscana non è stata raggiunta da Fleximan e la sua “crociata” vandalica contro gli autovelox, tuttavia a Firenze ha suscitato accese proteste l’intenzione del Comune di abbassare il limite di velocità sulle strade cittadine da 50 chilometri orari a 30.

Il vento della ribellione ha iniziato a spirare da Bologna, dove dal 16 gennaio scorso è entrato in vigore il limite di velocità a 30 chilometri orari sulla maggior parte delle strade. La decisione – sulla quale puoi votare nel sondaggio di gonews.it "Zona 30, la vorresti nella tua città?" – ha scatenato numerose polemiche e, come spesso accade in Italia, il dibattito si è polarizzato tra Conservatori del 50 e Progressisti del 30. I primi sicuri che a velocità così ridotte il traffico cittadino risulterà inesorabilmente paralizzato, costringendo tra l’altro auto e moto a rimanere più tempo in strada (in barba a chi cerchi di limitarne l’uso del mezzo privato per ridurre l’inquinamento); i secondi convinti che qualche minuto di viaggio in più val bene una o più vite salvate. Secondo uno studio, infatti, in un ipotetico impatto, un pedone ha il 15% di possibilità di sopravvivere nel caso la vettura procedo a 50 chilometri orari, mentre se un’auto viaggia alla velocità di 30 chilometri orari le chance di sopravvivenza crescono fino a raggiungere il 90%.

Sulla spinta delle Due Torri, Firenze si è schierata a favore della riduzione del limite di velocità. Già adesso il capoluogo toscano presenta diverse zone 30: nel centro storico e nel parco delle Cascine, nell'area del Villaggio Forlanini, a Brozzi, Castello, Poggetto, Cure, Gavinana e via di Ripoli, Galluzzo e via del Podestà, Coverciano, Campo di Marte, San Bartolo a Cintoia, Soffiano e Statuto. “Le zone 30 attualmente coprono circa il 30% del centro abitato e con quelle in programma arriveranno a coprirne il 50%. Non è una decisione ideologica ma una risposta ai tanti cittadini che chiedono più sicurezza sulle strade. Nelle zone 30 gli incidenti si sono ridotti sensibilmente” ha dichiarato l’assessore alla Mobilità Stefano Giorgetti.

“Abbassare il limite di velocità è un provvedimento giusto” ha affermato Stefano Guarnieri, fondatore dell'Associazione Lorenzo Guarnieri, nata in memoria di suo figlio Lorenzo, a 17 anni investito e ucciso nel giugno 2010 da un uomo che guidava sotto effetto di alcol e di droga. “Insieme ad altre associazioni, come Legambiente, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) e Associazione Gabriele Borgogni, siamo convinti che Firenze dovrebbe accelerare questo processo, affinché le zone 30 aumentino e la velocità cittadina media si riduca”.

“Le città sono un luogo di condivisione di spazi tra mezzi diversi – prosegue – e dobbiamo riservare una maggior attenzione agli utenti più vulnerabili della mobilità leggera, ossia pedoni e ciclisti. Ridurre la velocità è positivo, quindi come associazione siamo assolutamente a favore.  Certamente, una ‘Città 30’ non presuppone che tutte le strade abbiano cime limite i 30 chilometri orari; ci sono strade più sicure, ad esempio quelle con due corsie per senso di marcia, in cui si può lasciare il limite a 50”.

“Tuttavia – ricorda Guarnieri – le città sono il luogo in cui avvengono gli scontri più gravi, anche mortali, quindi servono misure di sicurezza come questa. Gran parte dell’Europa del nord, dove si registrano le migliori prestazioni di sicurezza stradale, sta andando in questa direzione. Dunque, nelle città del futuro si dovrà viaggiare più lentamente”.

“Ovviamente – conclude – una ‘Città 30’ non può affidarsi solo a limiti di velocità più bassi per garantire la sicurezza stradale. Servirà un rinnovamento delle infrastrutture e dei servizi; sarà necessario migliorare il trasporto pubblico e dare più spazio alle piste ciclabili. Soprattutto, andrà migliorata la coscienza civica degli utenti motorizzati verso una maggiore attenzione ai rischi dovuti a non rispettare le regole del codice della strada o a guidare in condizioni alterate da alcol e sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda la velocità, lo dice la scienza: bastano pochi chilometri in meno per evitare una morte sulla coscienza”.

Giovanni Gaeta

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