È morto a 94 anni l'imprenditore e collezionista d'arte Giuliano Gori
È morto a 94 anni l'imprenditore Giuliano Gori, originario di Prato, collezionista d’arte e mecenate. Nel 1970 aveva realizzato il progetto della Fattoria di Celle a Santomato di Pistoia, dove posizionò la sua collezione privata di arte moderna composta di 'pezzi' da tutto il mondo collezionati per decenni.
“Ci sono uomini che con la loro passione, la loro generosità, la loro intelligenza riescono a costruire esperienze di bellezza e creatività che diventano patrimonio di tutti. Giuliano Gori, geniale ideatore della straordinaria collezione d’arte ospitata nella Fattoria di Celle a Pistoia, è stato uno di questi”. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ricorda così l’imprenditore
“Fin dagli anni ‘70 – prosegue – Gori fu protagonista di questa straordinaria esperienza, invitando a realizzare opere d’arte artisti di livello internazionale e grazie a lui la Toscana ha potuto ospitare una delle esperienze di land art più importanti in Europa”.
“Giuliano Gori – ricorda da parte sua l’assessore Stefano Ciuoffo – ha saputo unire le qualità del grande uomo d’impresa con quelle dell’appassionato d’arte, accompagnando la sensibilità per i nuovi linguaggi del contemporaneo con la valorizzazione dei contesti ambientali chiamati a sposarsi con le creazioni degli artisti”.
Il cordoglio di Confindustria Toscana Nord: "Scomparsa che genera un grande vuoto"
Imprenditore e mecenate, uomo ben inserito nel mondo economico e appassionato d'arte, Giuliano Gori era, per l'ampiezza dei suoi interessi e lo spessore culturale e umano, una figura rinascimentale. La sua scomparsa genera un grande vuoto; di lui rimangono però le tante iniziative a cui ha dato vita e le opere d'arte che ha acquisito e che fanno della Villa di Celle un luogo di straordinarie meraviglie. Proprio a Villa di Celle si tenne l'ultimo incontro formale che Confindustria Toscana Nord ha avuto con lui: una riunione, con anche le autorità pistoiesi, in vista delle iniziative da avviare per Pistoia Capitale della cultura. Una occasione in cui, come sempre, il suo contributo fu lucido, informato, di grande spessore. Il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini, il Consiglio di presidenza e la direzione di Confindustria Toscana Nord esprimono i sensi del loro più profondo cordoglio per la perdita di una figura di eccezionale valore.
Diocesi di Prato: "Ha contribuito a rendere unica la nostra cattedrale"
"Un pensiero grato e riconoscente va a Giuliano Gori per quanto ha fatto per la città e per la Chiesa di Prato, è stato non solo un grande collezionista d’arte, ma un mecenate che ha contribuito a rendere unica la nostra Cattedrale". Sono le parole del vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini alla notizia della morte di Giuliano Gori, scomparso oggi all’età di 94 anni. A lui e alla sua munificenza si deve infatti il nuovo presbiterio del Duomo di Prato, realizzato nel 2001 da Robert Morris, uno dei più grandi artisti internazionali, che fece l’altare in marmo bianco di Alcantara, l’ambone e un candelabro. Nell’occasione Gori donò un’altra opera di Morris per il chiostro della Cattedrale: la scultura Quattro per Donatello. "Sono opere straordinarie e originali", commenta monsignor Giuseppe Billi, presidente della Commissione diocesana di arte sacra, che al tempo seguì la realizzazione del nuovo assetto presbiteriale: "Grazie a Giuliano Gori la nostra Cattedrale si aprì all’arte contemporanea, una scelta dettata dalla sua grande passione di collezionista e di amante della città. Fu l’allora vescovo Gastone Simoni a volere questo nuovo allestimento e fu lui a consacrare questo bellissimo altare di marmo bianco, illuminato da una lampada interna, che possiamo definire una delle massime espressioni d’arte sacra contemporanea".
Nello stesso periodo Giuliano Gori donò una antica testa di un Crocifisso di legno policromo del 1230 al Museo dell’Opera del Duomo. "Sfogliando il catalogo di un’asta vidi che in vendita c’era questa antica opera – racconta Claudio Cerretelli, già direttore del Museo dell’Opera del Duomo – e riconobbi la testa del Crocifisso antico della Cattedrale, di cui se ne erano perse le tracce. Per noi sarebbe stato impossibile acquistarla, così ci rivolgemmo a lui, che da appassionato d’arte e amante della città, acconsentì a comprarla e a donarla alla collezione del Museo. Gliene saremo sempre grati".