Nuovo blocco dei treni Marradi-Faenza, sindaci protestano contro i nuovi disagi
I sindaci avevano accolto positivamente la riapertura della tratta ferroviaria tra Marradi e Faenza, il 27 dicembre scorso, dopo mesi di stop causati dalle frane di maggio sulla tratta Marradi Brisighella. Già sabato 6 e domenica 7, però, e di nuovo oggi, lunedì 8 gennaio, l'allerta meteo arancione in Emilia Romagna (area di riferimento per l'Alto Mugello) e il sistema di sensori Sanf sulle frane ancora attive, hanno imposto un nuovo blocco della circolazione dei treni verso Faenza.
I sindaci si rendono conto delle difficoltà create da una situazione ancora critica, che richiede - in attesa dei lavori di definitiva messa in sicurezza della zona franosa - di essere costantemente monitorata, e della possibilità che da un momento all'altro la circolazione ferroviaria possa venire sospesa come sta accadendo in queste ore. A questo proposito chiedono ancora una volta, dopo averlo fatto per mesi a tutti i tavoli istituzionali, un definitivo cronoprogramma dei lavori di ripristino delle aree ancora a rischio geologico, e la loro rapida e completa esecuzione.
Proprio l'eccezionalità del quadro, però, avrebbe dovuto suggerire ai soggetti decisionali – Rfi, Trenitalia, Regione Toscana – di organizzare non solo una tempestiva, chiara, ed efficiente catena di comunicazione dei provvedimenti che via via si fossero resi necessari, ma soprattutto, come previsto dagli accordi con i Comuni, una immediata predisposizione dei mezzi sostitutivi dei treni, essenziale per non trasformare la precarietà del trasporto in un perenne stato di emergenza, a danno dei cittadini-utenti.
Quello che sta avvenendo in queste ore dimostra purtroppo che così non è. Né sabato 6, né domenica 7, né, soprattutto, oggi, con la ripresa delle scuole e della piena attività lavorativa da parte dei pendolari, la filiera della comunicazione ha funzionato come avrebbe dovuto, e sulla tratta i disagi sono stati enormi.
La sospensione dei treni è stata comunicata solo a ridosso del blocco, con dettagli reperibili per lo più attraverso canali informali (tam tam fra cittadini, gruppi social), ma il vero disastro è stato registrato sul fronte dei mezzi alternativi, a causa di bus insufficienti per numero, in partenza - spesso in fermate diverse dalle stazioni - con orari sfalsati rispetto a quelli dei treni soppressi, col risultato che molte persone sono state lasciate a terra.
Alla luce di tutto questo, e temendo, data la stagione, che disagi del genere diventino la norma, i sindaci ribadiscono quanto più volte fatto presente ai loro interlocutori istituzionali, e cioè che sono assolutamente necessarie:
- l’immediata revisione dell'organizzazione del monitoraggio, dell'allerta e della trasmissione delle informazioni ai territori, con la predisposizione di canali e strumenti più adatti (anche tramite app) alla eccezionalità della situazione;
- la tempestiva offerta di una mobilità alternativa davvero rispondente alle necessitò degli utenti.
I sindaci sanno benissimo che in questo quadro di precarietà tutti sono chiamati a fare uno sforzo, e sono i primi a mettersi a disposizione, ma a mobilitarsi non può essere sempre e solo l'ultima catena della ''filiera'', che sono i Comuni e i loro cittadini.
Fonte: Ufficio Stampa