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Waldom e Olio in mostra all’Orcio d’oro

Waldom e Olio (Alessandro Scardigli e Lorenzo Olivo) in mostra all’Orcio d’oro (via Augusto Conti 48, San Miniato), da sabato 6 ore 18,30 fino al 27 gennaio, dal mercoledì al sabato, ore 18-19,30.

Una mostra prestigiosa per questi due giovanissimi artisti, che dopo i muri delle case, dopo la Street Art, si misurano con uno spazio d’arte, comunque aperto alle nuove energie, quelle che possono portare nuova linfa creativa alle persone, ma anche all’espressione artistica.

Sarà una scommessa per tutti, per la galleria come per gli artisti, per questo c’è una notevole aspettativa, soprattutto in quelli che sono stati fino ad adesso gli interlocutori di Waldom e Olio, chi gli ha offerto occasioni e soprattutto luoghi dove esprimersi. Dunque, i Vicoli Carbonai, dove i due pittori hanno realizzato un bellissimo intervento nella parte più bassa del camminamento, sotto la chiesa di San Domenico, ma anche Tra i Binari che, più di una volta, si è servito di loro, almeno per il Festival del pensiero popolare e, ultimamente, per le Serrande dello Scioa, tra piazza Buonaparte e piazza XX settembre, naturalmente a San Miniato.

Come dice Andrea Mancini, animatore dell’Orcio d’oro: “Nella pittura di Waldom e Olio, abbiamo riferimenti importanti, al muralismo messicano, ma anche alla grafica underground, ad esempio nell’uso del colore, in quella che è l’assenza o quasi di chiaroscuri, con tagli dell’immagine dentro zone dal cromatismo accentuato. Ci sono poi una serie di elementi che vengono, volenti o nolenti (perché potrebbero non esserci entrati direttamente in contatto), dalla pittura pop, da una certa grafica pubblicitaria, addirittura dalla pittura pre-colombiana e da quella del nord Africa. Tutte cose che possono vivere e convivere dentro il lavoro di questi due pittori ragazzi, che godono ancora della loro purezza creativa. Nel senso almeno che questi grandi murales sono stati realizzati quando erano ancora fuori dalle Accademie e da quella che è la conoscenza dell’arte, della pittura e della scultura. Non si tratta di pittori naif, magari più di una pittura vergine, delle origini, destinata a durare poco, anche perché di sirene che cantano ai marinai ce ne sono molte”.

Anche di questo tema, delle “sovrastrutture che uccidono l’arte”, ci sarà occasione di discuterne sabato 6 gennaio alle 18,30, in occasione dell’inaugurazione della mostra.

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